Augusto Minzolini non ci sta. Il suo allontanamento dalla direzione del Tg1, deciso ieri dal consiglio di amministrazione Rai con una maggioranza risicata, fa discutere. “Considero la mia rimozione un atto frettoloso, carente nei presupposti e sostanzialmente immotivato. Credo non sia casuale che l’esito della votazione finita in perfetta parità abbia prodotto il risultato che mi riservo di contestare – ha dichiarato il giornalista in una nota -. Sorprende comunque che alcuni consiglieri dell’azienda, sebbene da me preventivamente informati, abbiano scelto di non tener conto delle guarentigie che il legislatore offre a tutti coloro che vengono colpiti da provvedimenti di una pubblica amministrazione quale la Rai ha scelto di considerarsi. Ritengo per ora di non dover aggiungere altro visto che la parola passa inevitabilmente ai miei legali e quindi al competente Giudice del Lavoro” La vicenda giudiziaria tra la Rai e Minzolini avrà dunque seguiti ulteriori. Il direttore è stato sostituito a causa del processo per peculato in cui è stato coinvolto per spese non giustificate con la carta di credito aziendale, procedimento in cui la Rai si è costituita parte civile richiedendo anche i danni d’immagine.
Il Minzolini cacciato e furioso

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