Il caso di Carolina, la giovane che lo scorso gennaio si è tolta la vita, finì subito tra accuse e veleni anche sul web, dove tutto probabilmente è nato. Il Moige , noto per le sue posizioni fortemente critiche verso i social network, ha comunicato di aver sporto denuncia contro Facebook, accusandolo di mancata vigilanza. È lo stesso tipo di accusa che fu rivolto a Google nella famosa causa ViviDown che portò poi all’assoluzione della società proprietaria di YouTube. Mentre gli inquirenti proseguono le loro indagini e la procura ha iscritto nel registro otto minorenni, accusati di istigazione al suicidio e detenzione di materiale pedopornografico, l’associazione dei genitori apre un altro fronte: “ Come genitori non possiamo più tollerare il far west che vivono i nostri figli iscritti senza il nostro consenso a Facebook, la questione dell’accesso e vigilanza è centrale. Abbiamo più volte ricordato che l’iscrizione dei minori concretamente comporta la formalizzazione di un contratto da parte di un soggetto che non ha ancora capacità giuridica per farlo, né al genitore è riconosciuta la possibilità di esercitare la legittima potestà di controllo sul proprio figlio”. Il Moige non considera legittima l’iscrizione ai social dei minorenni: oggi è permesso ai maggiori di 13 anni (ma ce ne sono anche di più piccoli, che mentono sull’età), mentre l’associazione vorrebbe limitarla ai maggiorenni.
Il Moige denuncia Facebook

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