Ha infastidito non poco negli Stati Uniti, come ad esempio sottolinea il Los Angeles Times, un profilo scritto dal critico cinematografico del New Yorker, Anthony Lane, su Scarlett Johansson , solo adulata nel pezzo, secondo i detrattori, senza un minimo tentativo di comprenderla realmente. La Johansson ha due film in uscita lo stesso giorno (il 4 aprile) : Captain America: The Winter Soldier e Under the Skin ed stata recentemente associata a due casi SodaStream e Woody Allen. Ma tutto questo, secondo i critici del critico, non trova spazio nell’articolo, consacrato invece a catalogare il fascino della Johansson, a descrivere la dolcezza della sua voce , a dichiarare che lei “s embra raggiante significativamente nella carne” e che sembra “fatta di champagne “. Senza nulla aggiungere sull’attrice o sulla donna. Il Los Angeles Times riporta alcune critiche sull’articolo: a Katy Waldman di Slate il pezzo fa venire i brividi come il comportamento di uno zio sporcaccione . Il problema, scrive Waldman ” non è tutta la bava su Scarlett, ma il fatto che l’autore si rifiuta di trattarla come un essere umano, con delle qualità mentali” concentrandosi su una piatta proiezione del desiderio maschile. E poi, ipocritamente, dopo aver ansimato su di lei ha il coraggio di criticarla per la sua inconsistenza. Esther Breger di New Republic ugualmente scrive che ” l’articolo di Lane, è il peggior profilo mai scritto sul New Yorker ” e trasforma il periodico in un giornale per soli uomini. Niente del genere, a suo avviso, sarebbe stato mai scritto su un attore, come Matthew McConaughey o Michael Fassbender.
Il New Yorker e la melassa su Scarlett Johansson

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