Secondo il rapporto ‘Nuove frontiere in oncologia’, dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (Epo) relativo al periodo compreso fra il 2010 e il 2021, in Europa stanno calando i brevetti per le tecnologie oncologiche e sono troppo poche le startup in fase di crescita avanzata.
Il rapporto vede però l’Italia distinguersi come sesta in Europa per brevetti relativi alla lotta al cancro e per il fiorire di molte startup in fase iniziale (46%). Lo studio sottolinea che un contributo significativo alle startup italiane è arrivato dagli enti di ricerca pubblici, con un impegno diretto nella ricerca che rappresenta il 38,4% dei progressi fatti dal 2016 al 2021 e che colloca il nostro Paese sopra la media Ue del 34,9%.
A guidare la schiera delle startup impegnate nella lotta al cancro in Europa è il Regno Unito, con 290, seguito da Francia (246), Germania (208), Svizzera (151) e Svezia (112). L’Italia è sesta, con 80, ma presenta la quota più alta di startup in fase iniziale (oltre il 46%): un chiaro indicatore del potenziale di innovazione e delle prospettive future del Paese in questo campo. L’Italia è inoltre sesta in Europa, con oltre 1.100 famiglie di brevetti (Ipf) registrati fra il 2010 e il 2021, pari a una quota superiore all’1%. In particolare, l’Italia rappresenta una quota del 4,6% di tutte le tecnologie oncologiche brevettate in totale in Europa nel periodo 2017-2021.
I dati indicano che le tecnologie oncologiche stanno avendo un grande impatto per le cure mediche e il settore sta crescendo molto rapidamente, in particolare con l’immunoterapia cellulare, dove il numero di domande di brevetto è cresciuto a un tasso medio annuo del 37,5% tra il 2015 e il 2021, la terapia genica (+31%) e l’analisi delle immagini (+20%).