Per ogni Santoro un Ferrara, per ogni Saviano uno Sgarbi. E’ questo il volto della Rai disegnato dal Pdl in un documento presentato alla Vigilanza della Tv di Stato. ” Tenuto conto dell’attuale distribuzione, durante la settimana, delle diverse tipologie di trasmissioni – si legge nel testo presentato da Alessio Butti -, che concentrano nella prima serata del martedì e del giovedì i programmi più importanti di approfondimento politico, onde evitare il determinarsi di una evidente posizione dominante da parte di alcuni operatori dell’informazione rispetto ad altri, la Rai valuti l’opportunità di sperimentare l’apertura di altri spazi informativi e/o di approfondimento affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni (martedì e giovedì), alla stessa ora (prima serata), sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale”. Flavia Perina , parlamentare di Fli, ha definito la formula “quella dei talk show a targhe alterne . Sperando di non fraintendere, i principi del pluralismo televisivo esigerebbero che il martedì e il giovedì non ci fossero sempre Floris e Santoro, perché questa sarebbe una rendita. Se così è, non si capisce perché ogni sera a dirigere il Tg1 debba essere Minzolini e a condurre Porta a Porta sia sempre Vespa” . Secondo il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi , ” è imbarazzante il tentativo del Pdl di mettere il bavaglio all’informazione” . Secondo il presidente della Vigilanza Sergio Zavoli dal parte del Pdl sono stati fatti “grandi passi avanti” mentre l’opposizione è ferma sulla “irricevibilità del documento e, ha affermato, ” mi conferma il sospetto che non si voglia arrivare ad una soluzione condivisa” . Immediata la replica del capogruppo del Pd Fabrizio Morri , per il quale l’impostazione del Pdl per cui ” la Rai non risponde nei suoi programmi all’opinione della maggioranza degli italiani” resta ‘un approccio irricevibile'”.
Il pluralismo della Rai secondo il Pdl
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