Tra il cemento e la frenesia urbana di Milano, la notizia del ritorno del moscardino – un timido roditore arboricolo dal manto arancio-dorato – rappresenta una svolta importante per la biodiversità locale. Specie ormai rarissima in Pianura Padana, la presenza del moscardino era data per dispersa da anni, vittima principale della riduzione degli habitat boschivi e della crescente urbanizzazione.
Il moscardino è un piccolo roditore dalla pelliccia morbida e dorata e con grandi occhi scuri; vive sugli alberi dove costruisce nido sferici non foglie e muschio nelle cavità o nel sottobosco. Predilige boschi di latifoglie, con piante come nocciolo, rovo, rosa canina e biancospino e ha un atteggiamento molto schivo, tanto da passare spesso inosservato. In Lombardia era quasi assente, fatto che rende la sua comparsa a Milano ancora più sorprendete.
Il primo avvistamento recente è avvenuto al Parco Nord grazie alle attività di monitoraggio avviate dall’Università di Milano-Bicocca, insieme con il National Biodiversity Future Center e le Guardie Ecologiche Volontarie. A segnalare la presenza del roditore non è stato un avvistamento diretto, ma il ritrovamento di peli e altre tracce nei “tubi nido” – piccoli rifugi artificiali che simulano le cavità degli alberi.
Successivamente, prove della presenza del moscardino sono emerse anche in altre aree verdi milanesi e limitrofe, inclusi Cesano Boscone, il bosco di Riazzolo (tra Albairate, Cisliano e Corbetta) e la zona di Rho.
Il suo ruolo come indicatore di benessere dell’habitat
Il moscardino è considerato una specie indicatrice: la sua presenza rivela la buona salute e la funzionalità dell’ecosistema. Il ritorno del roditore nei parchi testimonia che le strategie di aumento delle aree verdi, il recupero degli habitat e il contenimento della cementificazione stanno favorendo la biodiversità urbana. Gli esperti stanno ora raccogliendo nuovi campioni e analizzando il DNA dei moscardini milanesi per capire se si tratta di sopravvissuti isolati o dei primi individui di una nuova rete ecologica urbana.
di Serena Campione