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9 Febbraio 2024 | Ambiente, Innovazione

Il robot si fa “soft”

E venne il giorno in cui fu inventato il robot capace di allungarsi e muoversi come una pianta rampicante.

Come anticipato dalla rivista Science Robotics, la nuova generazione di robot pianta è stata messa a punto nell’ambito del progetto europeo GrowBot, coordinato dalla dott.ssa Barbara Mazzolai, dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova.

I semi delle Geraniaceae rappresentano un modello nella soft robotica grazie alla loro capacità di muoversi autonomamente attraverso e nel terreno, guidati dai cambiamenti di umidità.

Il segreto della loro mobilità e adattabilità è racchiuso nelle strutture gerarchiche e nelle caratteristiche anatomiche dei tessuti biologici igroscopici, geometricamente progettati per rispondere selettivamente all’umidità ambientale.

Seguendo un approccio bioinspired, sono stati studiati la struttura interna e la biomeccanica dei semi di Pelargonium appendiculatum per sviluppare un modello per la progettazione di un soft robot, sfruttando la capacità di rimodellamento dei materiali stampati in 4D.

Il robot è così in grado di imitare il movimento e le prestazioni del seme naturale, raggiungendo un valore di coppia di ≈30 µN·m, una forza estensiva di ≈2,5 mN ed è in grado di sollevare ≈100 volte il proprio peso.

Spinto dai cambiamenti di umidità ambientale, il seme artificiale è capace di esplorare un terreno campione, adattando la sua morfologia per interagire con le asperità e le fessure del terreno.

Fra le possibili applicazioni ci sono il monitoraggio ambientale, per le misurazioni dell’inquinamento in aree pericolose e l’esplorazione di ambienti naturali impervi, proibitivi e sconosciuti.

(Foto ANSA)

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