La chiusura del Seattle Post-Intelligencer era già stata annunciata a inizio anno dalla Hearst Corp. editore tra i più potenti e indebitati d’America. La novità recente, però, è lo sbarco in esclusiva online di una delle storiche testate del nord-ovest americano. Il quotidiano ha chiuso ufficialmente i battenti lunedì notte dopo 146 anni di storia , con la stampa dell’ultimo numero: ieri, nelle edicole della città che guarda al Pacifico e al Giappone, i lettori hanno potuto sfogliare una corposa edizione commemorativa che ha il sapore del necrologio, con la testata accompagnata dalle date 1863-2009. Un altro tassello importante dell’editoria a stelle e strisce che se ne va. Ma dalle sue ceneri il P-I (come lo chiamano gli abitanti locali) rinascerà in fretta, e in nuova forma, sul web. La crisi di bilancio ha invogliato la Hearst a riorganizzare la redazione, nel tentativo di sopravvivere solo su internet. I tagli al personale saranno pesanti, da 165 a 20 giornalisti, e se l’esperimento dovesse fallire sarebbe un pericoloso precedente per il già traballante mondo dell’informazione americana. Altri colossi dell’editoria, come il New York Times , sono alle prese con il calo dei profitti e c’é chi è dovuto ricorrere alla dichiarazione di bancarotta, come la Tribune Co. (Chicago Tribune e Los Angeles Times). A Detroit i quotidiani hanno ridotto le uscite in edicola e a Denver ha chiuso i battenti una pubblicazione storica, Rocky Mountain News. Internet appare come una delle poche soluzioni alla emorragia pubblicitaria : carnefice dei giornali cartacei e allo stesso tempo carburante per la sopravvivenza di molti editori, che vedono nella sua capillare diffusione (e dai conseguenti introiti promozionali) una risorsa ancora non del tutto sfruttata. Resta da vedere quanto e come sia possibile fare giornalismo (cronaca e approfondimenti) stando esclusivamente seduti a una scrivania, con mezzi ridotti e pochissimo personale precario.
Il Seattle Post-Intelligencer chiude e sbarca online

Guarda anche: