Parchi, boschi urbani, strade alberate, orti e sponde dei fiumi accessibili e di qualità contribuiscono al benessere e alla salute in città.
L’Organizzazione mondiale della Sanità stessa raccomanda che i cittadini risiedano entro 300 metri da uno spazio verde; purtroppo, meno della metà della popolazione urbana europea ha questa opportunità.
E se più dell’80% della popolazione di Stoccolma ha accesso a un parco pubblico a pochi passi, in Grecia, a Heraklion, meno del 20% gode di tale privilegio.
Sono però due città italiane a guidare la triste classifica delle città europee con più di 100mila abitanti in cui si registrano le percentuali minori di spazi verdi a disposizione della popolazione: Torino e Trieste.
Le prove di queste disuguaglianze sono state esaminate dall’Agenzia europea dell’Ambiente (Aea) nel report “Chi beneficia della natura nelle città? Disuguaglianze sociali nell’accesso agli spazi verdi e blu urbani in tutta Europa“: in generale le città del nord e dell’ovest dell’Europa hanno più spazio verde totale rispetto a quelle dell’Europa meridionale e orientale.
L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) è l’agenzia dell’Unione europea il cui compito è fornire informazioni indipendenti e qualificate sull’ambiente, operando con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile e contribuire al conseguimento di miglioramenti significativi e misurabili dell’ambiente in Europa, fornendo ai responsabili delle decisioni politiche e al pubblico informazioni tempestive, mirate, pertinenti e attendibili.
Lo studio ha analizzato la situazione nei 38 paesi membri dello Spazio Economico europeo (i 27 membri della Ue con Islanda Liechtenstein, Norvegia, Svizzera, Turchia, Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia e Serbia).
Secondo gli ultimi dati disponibili, che risalgono al 2018, le infrastrutture verdi e blu (orti, giardini privati, parchi, alberi stradali, acqua e zone umide) costituivano in media il 42% dell’area urbana in 38 paesi membri dello Spazio economico europeo.
di Arman C. Mariani