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9 Settembre 2025 | Attualità

Il voto alla scuola italiana è una sufficienza

I programmi risultano vecchi e le competenze che fornisce non sarebbero sempre quelle giuste per il mercato del lavoro

In Italia i voti scolastici, dagli 11 anni in su, sono espressi in decimi e la sufficienza è espressa dal 6. È quindi una sufficienza quella che gli italiani hanno assegnato al sistema scolastico nazionale, visto che secondo il report FragilItalia “Il sistema scolastico italiano” dell’Area Studi Legacoop-Ipsos i partecipanti al sondaggio hanno dato in media un 6,4. Il voto bilancia i diversi risultati, dal più alto (6,8) alle Università, al più basso (6) dato alle scuole medie.

I problemi riscontrati dagli utenti riguardano diversi aspetti: i programmi di studio vengono considerati obsoleti e teorici; gli insegnanti scarseggiano e quelli che ci sono risultano talvolta demotivati e/o impreparati; l’edilizia scolastica è vecchia e in alcuni casi necessiterebbe di una radicale ristrutturazione; le dotazioni tecnologiche appaiono inadeguate; differenze qualitative notevoli tra le diverse aree del Paese e tra grandi città e provincia.

Tutto questo contribuirebbe a una fra le conseguenze considerate più gravi: il fatto che la scuola non sia in grado di offrire le competenze richieste dal mercato del lavoro. In particolare, le competenze linguistiche fornite dal nostro sistema di istruzione vengono ritenute adeguate dal 45% degli intervistati. Va peggio a quelle digitali (40% di consensi) e a quelle green (26%).

L’indagine si concentra anche sui servizi a sostegno dei genitori che piacciono di più. Al primo posto ci sono i laboratori (musica, disegno e altre attività artistiche), seguiti da un sistema per garantire ai figli ripetizioni e sostegno scolastico a prezzi adeguati, progetti a sostegno della genitorialità, spazi per l’incontro e il gioco tra genitori e figli.

Daniela Faggion

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Di <a href="https://www.telepress.news/author/daniela-faggion/" target="_self">Daniela Faggion</a>

Di Daniela Faggion

Emiliana di nascita, non ho ancora deciso dove mi piacerebbe mettere radici: nel frattempo sto in prestito a Milano dal 2000. Giornalista pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, ho lavorato per diversi media e pubblicato due libri. Scrivo per Telepress dal 2022 e mi occupo di attualità, scienze, ambiente, ed enogastronomia, sempre per raccontare l'Italia vista dal mondo e l'Italia in giro per il mondo.

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