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7 Novembre 2025 | Attualità

Imparare l’italiano in sala d’attesa: così nasce l’integrazione che funziona

Nel 2023 a Bologna quattro pediatre di libera scelta hanno proposto un corso di italiano alle mamme straniere del loro ambulatorio. Quest’anno è la terza edizione e le frequentanti sono sempre più numerose. 

Il progetto è partito da un bisogno concreto, ovvero la necessità da parte di quattro pediatri di libera scelta di Bologna di comunicare adeguatamente con le madri dei bambini stranieri che venivano portati in ambulatoria per curarsi. Così nel 2023 nella sala di aspetto della pediatria di gruppo della Casa Comunità Navile si è organizzato un corso di italiano gratuito rivolto principalmente per donne con bimbi in età pediatrica. Le adesioni sono state numerose tanto che dopo le prime lezioni  si è cercata una sede più grande. L’attività ha generato un impatto significativo sia sui percorsi di salute dei bambini, sia sulla vita sociale e lavorativa delle famiglie coinvolte, tanto che alcune hanno poi scelto di frequentare corsi di livello superiore o di intraprendere nuovi percorsi lavorativi. La redazione di Telepress ha intervistato la dottoressa Giuseppina Drago che insieme alle sue colleghe ha dato vita a questo progetto.

Domanda: Come è nato il progetto del corso di italiano per mamme straniere nell’ambulatorio pediatrico?
Risposta: Il progetto nasce da una necessità concreta emersa nella nostra comunità professionale: spesso ci trovavamo di fronte mamme straniere che, nonostante anni di permanenza e frequenza dei nostri ambulatori, non conoscevano la lingua italiana. Spesso si affidavano ai loro figli più grandi, che si assentavano da scuola per venire in ambulatorio a tradurre; oppure aspettavano i ritorno del marito recandosi in pronto soccorso quando non era necessario. Abbiamo pensato di proporre una scuola di italiano direttamente nella nostra sala d’attesa, un luogo già familiare per queste donne, coinvolgendo servizi sociali e ufficio reti per un lavoro sinergico con il quartiere. Il giorno prima dell’inizio del corso ho chiamato personalmente tuti i mariti per ricordare l’appuntamento. Sentendosi invitati cosi personalmente dalla pediatra hanno aderito tutte. Inoltre avevamo dato la possibilità di portarsi i figli più piccoli cosi da poter conciliare il corso con la necessità di poterli accudire.

Domanda: Come si è evoluto il progetto negli anni?
Risposta: Dopo la prima edizione, le richieste sono cresciute e abbiamo dovuto trasferire le attività nella vicina casa di quartiere. Oggi il corso coinvolge circa trenta donne . Le partecipanti hanno potuto anche svolgere attività manuali con diverse attività laboratoriali, rafforzando il gruppo e creando nuove sinergie con diverse realtà territoriali.

Domanda: Quali sono gli obiettivi principali?
Risposta: In primis ci ha permesso di essere più equi nell’erogazione dei servizi sanitari, riducendo le barriere linguistiche e garantendo che ogni famiglia ricevesse comunicazioni chiare su salute, stili di vita e prescrizioni mediche. Inoltre il percorso ha generato integrazione, soprattutto attraverso l’acquisizione della lingua italiana, indispensabile non solo come mamme ma anche come donne.

Domanda: Qual è stato l’impatto sulla vita delle partecipanti?
Risposta: Il cambiamento è stato evidente: molte si sono iscritte a corsi istituzionali di livello superiore, alcune hanno iniziato a lavorare. Abbiamo avuto conferme concrete anche dai riscontri dei padri, che hanno visto migliorare la vita e le opportunità delle famiglie. Le mamme sono diventate più protagoniste e consapevoli della propria quotidianità, mantenendo il rispetto delle tradizioni familiari.

Domanda: Quali nazionalità sono maggiormente rappresentate nel corso?
Risposta: All’inizio hanno aderito anche alcune donne cinesi, ma al corso effettivo hanno partecipato solo donne pakistane, bangladesi, tunisine e marocchine, quindi principalmente di lingua araba.

Domanda: C’è anche un impatto sulla socialità?
Risposta: Assolutamente sì. Il corso è anche un’opportunità di emancipazione e socializzazione. Per molte rappresenta l’unico momento della settimana dedicato alla crescita personale fuori dall’ambiente casalingo. Nel rispetto dei loro ritmi e delle necessità, abbiamo visto svilupparsi nuove reti sociali e maggiore fiducia in sé stesse.

Domanda: Ci sono testimonianze o episodi che le sono rimasti nel cuore?
Risposta: Tantissimi. Ad esempio una mamma che, grazie al corso, ha trovato lavoro in un albergo, conseguenza che ha avuto un impatto significativo per la sua vita e quella dei suoi cari. Una famiglia che ho incontrato il sabato mattina in centro a Bologna che si recavano in Biblioteca in Piazza Maggiore perchè adesso tutti sanno un pò di italiano. Ma anche il ritorno di tanti messaggi di salute recepiti correttamente, segno che la comunicazione funziona. Infine alcune donne diventate più esperte nell’italiano si sono proposte come volontarie e sono diventate facilitatrici per altre mamma. 

Domanda: Personalmente, qual è la lezione professionale che le ha lasciato questo progetto?
Risposta: Che il pediatra oggi non può essere solo medico “del corpo”, ma deve essere capace di garantire il benessere e la salute della persona  che deve tenere conto del contesto familiare sociale e culturale. Noi pediatri siamo anche educatori, ogni parola, anche la più semplice, può avere un impatto determinante su chi la riceve, anche dopo molti anni. Piccoli progetti che sembrano insignificanti sono invece importantissimi per la vita delle persone e della comunità.

Da questo bisogno concreto di rispondere in modo puntuale alle necessità mediche è nato qualcosa di più ampio che è diventato incontro, comprensione, inclusione, emancipazione e amicizia.

Di <a href="https://www.telepress.news/author/sara-giudice/" target="_self">Sara Giudice</a>

Di Sara Giudice

Nata e cresciuta a Milano, laureata in Relazioni Internazionali, dal 2021 scrivo per Telepress, dove racconto di cultura, arti in ogni loro forma, lifestyle e attualità, dedicandomi con entusiasmo alla sezione New Video. Il mio percorso di sei anni nell’editoria, subito dopo gli studi, orienta la mia attenzione verso tutto ciò che ruota attorno al mondo del libro, dell’arte e della cultura contemporanea.

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