Hanno vinto la loro causa le centinaia di migliaia di cinesi, e non solo cinesi, che con una petizione su internet chiedevano la chiusura dello Starbucks all’interno della città proibita. Oltre cinquecentomila persone hanno aderito alla richieste, più che altro una protesta, per l’incursione di uno dei simboli dell’imperialismo americano nel cuore della capitale cinese. Sarebbe bello che ora altrettante persone in rete si mobilitassero per fermare lo scempio che gli stessi cinesi stanno facendo della residenza degli imperatori, con una ristrutturazione che cancella ogni traccia di storia e rende uguali, a colpi di vernice brillante, i palazzi di duemila anni ai caselli dell’autostrada.
In Cina petizione su internet ottiene chiusura Starbucks nella città proibita

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