L’Europa ha fame di professionisti dell’Ict. Entro il 2010 serviranno 250.000 nuove leve, ma si stima che 70.000 di queste nuove richieste potrebbero rimanere insoddisfatte a causa di insufficiente qualificazione. Nello scenario più pessimistico il fabbisogno scenderà a circa 101.000 professionisti. L’ allarme arriva dalla “Eucip Conference 2007” (European Certification of Information Technology Professionals) che si è tenuta a Roma. L’incontro è stato organizzato da Aica (Associazione per l’Informatica e il Calcolo Automatico) e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici Per quanto riguarda lo scenario italiano, coerentemente con la prospettiva europea, i dati tratti dal Rapporto 2006 su “Occupazione e professioni nell’Ict” di Confindustria Servizi Innovativi, stimano che il fabbisogno nazionale di nuovi professionisti dell’Ict per il 2010 sarà all’incirca di 17.500 nuove unità, a cui si aggiungeranno circa 3.800 professionisti delle linee di business. L’incontro, organizzato da Aica (Associazione per l’Informatica e il Calcolo Automatico) e Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, ha visto la partecipazione di esponenti del mondo dell’impresa, dell’università, affidando le conclusioni al Ministro per l’Innovazione Luigi Nicolais. Durante la conferenza è stat presentato lo studio “Thinking Ahead On E-Skills For The ICT Industry In Europe” elaborato da Cepis (la Federazione delle associazioni informatiche europee) per la Commissione Europea,. Dalla ricerca emerge che il settore ICT è un potente motore dell’economia europea e mondiale, con un giro di oltre 650 miliardi di euro solo in Europa nel 2006. La componente dell’informatica legata ai software e ai servizi pesa oramai per un terzo del mercato. L’equilibrio tra domanda e offerta di competenze nel settore del software e dei servizi di informatica è essenziale ai fini della crescita e della creazione di occupazione, perché il contributo degli specialisti informatici sarà sempre più importante nel futuro europeo. In base al rapporto, però, “i rischi di carenza di addetti con adeguata preparazione superano di gran lunga quelli di esubero in tutti gli scenari considerati”. Occorre quindi una nuova strategia di formazione e qualificazione degli specialisti. “Le prospettive occupazionali dell’ICT, che in Italia apporta in media circa 11.000 nuovi occupati l’anno, riguardano soprattutto i giovani, ai quali vengono richieste professionalità sempre più orientate alla multidisciplinarietà, con forti capacità di interpretazione dell’innovazione tecnologica, predisposizione all’aggiornamento e allo sviluppo di competenze specializzate – afferma Alberto Tripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici -. Allo stesso tempo, l’ICT è un settore che ha bisogno di innovare le forme contrattuali per rispondere a esigenze di mercato in continua trasformazione, di lavorare in un ambiente concorrenziale e altamente competitivo per qualificarsi e crescere. Sono queste caratteristiche distintive che fanno dell’ICT un vero e proprio laboratorio di nuove figure professionali, nuovi rapporti di lavoro, nuove strategie aziendali, che si riverberano con funzione di spinta alla modernizzazione verso l’economia e la società tutta”. Secondo Tripi iniziative come Eucip, nato dall’idea di certificare le abilità delle figure professionali It, sono di grande importanza perché “coinvolgendo su uno stesso obiettivo di promozione della qualità professionale tutti gli attori interessati – imprese, istituzioni pubbliche, università – potrà contribuire al superamento di quelle arretratezze strutturali del nostro paese determinate dallo scarso orientamento alla ricerca e all’innovazione, che ancora oggi connota negativamente la politica economica e il sistema dell’istruzione”
In Europa mancano competenze dell’Ict

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