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22 Ottobre 2024 | Ambiente, Attualità

In Italia il riciclo del rifiuto da packaging cresce del 265% in vent’anni

Sceglilo sfuso o riciclabile, lo studio sulla situazione dei rifiuti da packaging in Europa realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in collaborazione con Altroconsumo nell’ambito di Sceglilo Sfuso o Riciclabile, il progetto finanziato dal MIMIT che si propone di informare ed educare ai consumi sostenibili e di economia circolare e creare consapevolezza rispetto al problema dell’over-packaging, presentato il 17 ottobre ha evidenziato che tra il 2000 e il 2021 l’Italia ha visto crescere il tasso di riciclo dei rifiuti dal 14,2% al 51,9% (+265,5%), la Spagna ha raddoppiato la percentuale da un valore pari a 18,4% al 38,6% (+109,8%) mentre la Francia ha segnato un +70,6% (dal 24,5% al 41,8%), infine la Germania ha sperimentato invece un aumento del tasso di riciclo più modesto rispetto agli altri Paesi, pur partendo da una soglia iniziale più alta (52,5%). L’integrazione del processo di riciclo e quindi il recupero di materiali con la conseguente valorizzazione del rifiuto sta riscoprendo la sua importanza con un trend a livello europeo positivo da oltre vent’anni passando da una quantità di rifiuti comunali riciclata del 27,3% al 48,6% (+78%).

L’andamento della produzione di rifiuti da packaging tra il 2005 e il 2021 è passato dai 158,34 kg ai 189,75 kg pro capite (+19,8%), in particolare Germania e Italia si confermano gli Stati con il maggiore aumento della produzione pro capite tra quelli presi in esame, con incrementi rispettivamente del 41,6% e del 37,3%; seguiti dalla Spagna con un 25,4% e, per ultima, dalla Francia con un 6,9%.

Le emissioni complessive di gas climalteranti europee derivanti dalla gestione dei rifiuti hanno visto una generale diminuzione del 40,7% nell’arco di trent’anni, passando da 184,18 MtCO2 nel 1990 alle 109,28 MtCO2 del 2021.

Per la salvaguardia dell’ambientale la soluzione ottimale per ridurre i rifiuti da packaging è certamente quella di consumare prodotti sfusi dotandosi di contenitori riutilizzabili nel tempo, almeno laddove possibile dal punto di vista sanitario. Su questo argomento dall’indagine fatta da Altroconsumo sulla domanda di prodotti sfusi da parte dei cittadini alla quale hanno partecipato più di 1.000 iscritti alla piattaforma ACmakers, emerge che la principale barriere alla vendita di prodotti sfusi è la bassa disponibilità di negozi che offrono tale opzione (528 risposte), seguita dal maggior tempo e impegno richiesti dall’organizzazione dell’acquisto (450) e la percezione che alcuni prodotti sfusi siano meno igienici rispetto alla loro controparte imballata (614). A favore di tale scelta invece la possibilità di scegliere la quantità di prodotto (200) e l’assenza di un packaging in plastica (150).

 

di Davide A. Porro

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