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1 Settembre 2025 | Attualità, Economia

In Italia le bollette elettriche più care d’Europa

A luglio il Prezzo unico nazionale è stato in media di 113,3 euro al MWh, contro i 90 della media europea

Più di 20 euro sopra la Francia, 40 sopra la Spagna, addirittura quattro volte tanto rispetto alla Svezia: in Italia, a luglio, il prezzo unico nazionale – riferimento per il prezzo all’ingrosso dell’energia che arriva agli utenti finali – è stato in media di 113,3 euro al MWh. Lo scrive un articolo de Il Fatto Quotidiano, che mostra come il prezzo dell’energia resti un grosso problema per l’economia italiana.

Lontani i tempi dell’emergenza del 2022, quando superò i 550 euro, il PUN (che dal 1° gennaio 2025 l’Italia ha sostituito con il nuovo PUN Index GME) rimane comunque un segnale importante di quanto il sistema economico italiano debba mordere il freno a causa del costo energetico. Le cause? Molteplici, quasi strutturali verrebbe da dire. Innanzitutto, quasi la metà dell’elettricità usata in Italia (45%) viene prodotta da gas naturale importato dall’estero. Questo incide anche sul meccanismo del “prezzo marginale” in base al quale si forma il PUN.

Poiché esso favorisce l’affermarsi dei prezzi più alti – visto che non si calcola una media fra tutti i produttori, bensì si effettua un allineamento a quelli più cari – viene influenzato da una maggiore presenza di fornitori che utilizzano la materia prima più cara. E poi c’è il fattore estate quando – a parte l’effetto dell’ora legale sulla riduzione dei consumi serali – c’è più richiesta di energia per i condizionatori e meno fornitura da parte di sistema idroelettrico ed eolico.

Un mese fa ARERA – l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente – ha reso pubblica una indagine prelimiare sul mercato elettrico segnalando indizi di manipolazioni dei prezzi. Dopo lo choc seguito all’avvio dell’invasione russa in Ucraina, vi sarebbero indizi secondo cui molti operatori avrebbero adottato strategie di offerta anomale, riducendo la capacità realmente disponibile per far salire i prezzi. Le associazioni e gli operatori del settore hanno contestato questa ipotesi basata su “condizioni operative teoriche ormai superate”.

E dopo il PUN c’è il prezzo in bolletta, ora affidato per lo più al libero mercato per tutti gli utenti domestici non vulnerabili. Sempre secondo l’ARERA il mercato libero ha prodotto “valori notevolmente superiori al servizio di maggior tutela per tutte le classi di consumo”. Senza contare le tasse, che in Italia non mancano mai.

di Daniela Faggion

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