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4 Febbraio 2009 | Economia

India: arriva il portatile da otto euro

Adesso si spiega il rifiuto del governo indiano di partecipare all’ iniziativa One Laptop Per Child promossa dalla fondazione di Nicholas Negroponte. Il computer in questione, diretto agli studenti dei paesi in via di sviluppo, costava 100 dollari. Le intenzioni del governo indiano sono quelle di portare il cartellino a otto euro. Il prototipo di questo minicomputer, sviluppato nelle università di Bangalore e Chennai e che dovrebbe essere messo sul mercato tra qualche mese, costa al momento circa 15 euro ma una volta che la produzione sarà di massa il prezzo dovrebbe stabilizzarsi intorno alle 500 rupie (meno di 8 euro). L’iniziativa si iscrive all’interno del progetto ‘National Mission Education through Information and Communication Technology’, ideato da Arjun Singh, ministro indiano delle risorse umane, in collaborazione col Ministero dell’Istruzione per p romuovere l’alfabetizzazione informatica tra gli studenti del paese. ” L’idea è quella di creare un congegno che ha bisogno di poca energia così potrà essere usato anche nei villaggi dove la fornitura di elettricità è ancora un problema “, ha dichiarato R P Agarwal, rappresentante del ministero dell’Istruzione indiano. ” Ho paura che non si tratti di una cosa seria “, è stata la replica di Negroponte. Le sue perplessità sono dovute al fatto che Rs500, questo il nome del minilaptop, dovrebbe essere corredato da una memoria da 2 G, connettività wireless e non dovrebbe consumatore più di 2 watt . Tutti aspetti che comportano una spesa superiore anche ai 15 euro annunciati inizialmente. ” Non è possibile realizzare neanche uno schermo per 20 dollari. L’India non produce molto hardware per computer. Da dove arrivano quindi i tagli necessari per raggiungere la cifra di 10 dollari? “, si è chiesto Rajesh Jain, managing director di Netcore Solutions e pioniere dei computer low-cost in India. Lo scetticismo dilaga anche in rete , dove i blogger si chiedono perchè, se è possibile realizzare computer così economici, le grandi aziende internazionali non hanno mai sfruttato questi bassi costi di produzione: ” o sono incompetenti o sono tutti imbroglioni “.

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