Alla vigilia dalla manifestazione promossa dalla Federazione nazionale della stampa contro il disegno di legge sulle intercettazioni, il Pdl preme sull’acceleratore: il testo del ddl arriverà in aula alla Camera il prossimo 29 luglio , dopo l’esame della manovra economica. La decisione di calendarizzare il ddl intercettazioni alla fine di luglio è stata assunta dalla presidenza della Camera davanti alla richiesta dei gruppi di maggioranza e al no dell’opposizione. I tempi non saranno contingentati trattandosi di primo calendario. “Questo vuol dire – spiega il capogruppo del Pd Dario Franceschini – che il testo non verrà assolutamente votato a luglio ma che sarà necessario arrivare alla prima settimana di agosto. E’ una cosa non logica: serve solo a comprimere l’esame della manovra per un testo che comunque sarà modificato e dovrà tornare al Senato. Insomma, è una forzatura sbagliata” . E dall’Udc Michele Vietti lancia un appello al Pdl: “fare una questione di puntiglio significa far spegnere la voglia di dialogare anche in chi quella voglia ha sempre dimostrato di averla” . Ma la maggioranza respinge l’accusa al mittente. “ essuna prova di forza ed è assolutamente improprio parlare di forzature” , spiega il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto . “ Quel testo – sostiene – è stato 14 mesi alla Camera, poi parecchi mesi al senato e ora torna in terza lettura e in commissione si stanno facendo pure le audizioni. Andare a chiuderne l’esame entro la prima settimana di agosto è nell’ordine delle cose” Non è allineato alla decisione della maggioranza il presidente della Camera Gianfranco Fini , che ha definito la manovra “irragionevol e” visto che il voto finale è probabile che finisca comunque a settembre, considerato che alla Camera probabilmente ci saranno modifiche.
Intercettazioni, Pdl strige i tempi

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