Inserendo la parola “suicidio” in un motore di ricerca è molto più facile imbattersi in pagine che esortano l’utente a compiere l’insano gesto piuttosto che in siti che offrano sostegno psicologico. Un gruppo di studiosi degli atenei di Manchester, Bristol e Oxford – scrive il British Medical Journal – ha digitato dodici parole relative al suicidio in quattro motori di ricerca diversi (Google, Yahoo!, Msn, Ask) e ha scoperto che i tre siti che apparivano più spesso incitavano l’internauta a togliersi la vita piuttosto che a trovare una soluzione per migliorarla. Per ogni ricerca sono state analizzate le prime dieci pagine indicate dal motore di ricerca, per un totale di 480 click. Il 20% dei siti trovati, hanno scoperto i ricercatori, erano pro-suicidio, mentre un altro 10% era costituito da pagine che offrivano informazioni, realistiche o scherzose, su come uccidersi. I siti anti-suicidio e quelli che lo scoraggiavano esplicitamente erano rispettivamente il 13% e il 12%. In generale, Google e Yahoo! hanno rintracciato il maggior numero di siti dedicati al suicidio, mentre Msn ha trovato il numero più alto di quelli dedicati alla prevenzione, o istituzionali. “Questi dati dimostrano quanto sia facile ottenere informazioni tecniche dettagliate sui metodi di suicidio”, ha dichiarato Lucy Biddle, una delle autrici dello studio, che ha invitato i provider a intervenire affinchè i motori di ricerca diano la priorità ai siti che distolgono l’aspirante suicida dai suoi propositi. “Questi siti plagiano le persone vulnerabili e sole”, denuncia Marjorie Wallace, direttrice del centro d’aiuto psicologico ‘Sane’, “Siamo profondamente preoccupati per la possibile influenza di internet sul numero dei suicidi”.
Internet indirizza al suicidio

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