Potrebbe essere uno dei veicoli per il successo dell’iPhone, ma la pirateria preoccupa Steve Jobs , numero uno della Apple, che si batterà per mantenere inviolato il sistema del melafonino. “Vogliamo conservare il nostro vantaggio”, dice il ceo di Cupertino. “Stiamo giocando al gatto e il topo – continua Jobs -, noi vogliamo continuare a tener eil nostro vantaggio mentre gli altri cercano di crackare il sistema dell’iPhone. E’ nostro vantaggio impedirglielo e prevenire gli attacchi” In questi giorni, però, il gran capo di Apple è stato chiamato dalla Securities and Exchange Commission, l’agenzia governativa statunitense deputata al controllo delle attività finanziarie di borsa, a testimoniare su un caso di retrodatazione di stock option. Il caso è stato istruito lo scorso 24 aprile a carico dell’ex consulente legale di Apple, Nancy Heinen. Secondo l’accusa Heinen e Fred Anderson, ex chief financial officer di Apple nel 2001 approvarono più di 20 milioni di dollari in stock option a loro favore oltre che di Jobs e di altri dirigenti. Un’inchiesta interna di Apple ha già limato l’accusa nei confronti di Jobs, lasciando la questione aperta per le posizioni di Heinen e Anderson. Anderson, a sua volta, si è già liberato dal caso pagando una multa di tre milioni e mezzo di dollari, che però non fa luce sul caso perché non ammettere (o nega) le accuse.
iPhone vs hacker: Jobs, “Stiamo giocando al gatto e il topo”

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