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25 Luglio 2025 | Ambiente, Attualità

Italia ancora leader nell’economia circolare: i dati del Rapporto CEN 2025

L’Italia conferma la propria posizione ai vertici europei nell’economia circolare, secondo quanto emerge dal Rapporto 2025 del Circular Economy Network, promosso dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e realizzato in collaborazione con ENEA.

Un primato europeo (ma con sfide aperte)

L’Italia si posiziona seconda tra i 27 Paesi dell’UE per livello complessivo di circolarità e al primo posto tra le principali economie europee, preceduta solo dai Paesi Bassi. Il punteggio italiano (65,2) è superiore a quelli di Germania (60,6), Francia (58,7) e Spagna (56,9). Ma emerge anche la necessità di spingere sull’acceleratore, visto che altri Paesi stanno colmando il divario.

Luci e ombre: dipendenza dalle importazioni e investimenti in frenata

«L’Italia si conferma tra i primi in Europa in termini di circolarità, in particolare su produttività delle risorse, riciclo dei rifiuti e tasso di utilizzo circolare dei materiali – ha detto al Sole 24 Ore Claudia Brunori, direttrice del dipartimento di Sostenibilità, circolarità e adattamento al cambiamento climatico dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’Enea -, rimane invece indietro negli investimenti privati per la circolarità delle attività produttive». Per l’esperta, a causa del «quadro di instabilità geopolitica e climatica occorre limitare la nostra dipendenza dall’importazione di materiali che è oltre il doppio rispetto alla media europea».

Nonostante i risultati eccellenti, la dipendenza dell’Italia dalle importazioni di materiali infatti resta elevata, arrivando al 48% del fabbisogno complessivo, più del doppio rispetto alla media europea (22%). Tra il 2019 e il 2024, il valore delle importazioni è cresciuto del 34%, passando da 424,2 miliardi a 568,7 miliardi di euro.

Sul fronte degli investimenti privati nelle attività circolari (riciclo, riparazione, noleggio, leasing), si registra un rallentamento: l’Italia è terza nell’UE con 10,2 miliardi ma segna un calo del 22% rispetto al 2019. Anche l’occupazione in settori circolari scende a 508.000 occupati (-7% dal 2019), pur rimanendo in linea con la media UE (2% del totale degli occupati).

Prospettive e sfide future

Una maggiore circolarità rappresenta una leva per ridurre la dipendenza energetica e rilanciare la competitività del sistema produttivo. La Commissione europea punta a raddoppiare il tasso di circolarità dell’UE entro il 2030, con il “Clean Industrial Deal” e il prossimo “Circular Economy Act”. Per l’Italia, rafforzare pratiche di eco-design, incentivare la filiera delle materie prime seconde e supportare gli investimenti delle imprese diventa imperativo.

I benefici economici e ambientali della circolarità

Nel 2024, le pratiche circolari hanno generato risparmi per 16,4 miliardi di euro all’industria manifatturiera italiana e la Commissione europea stima che, adottando modelli più circolari, l’UE possa risparmiare fino a 45 miliardi l’anno sui costi energetici. Una strategia di riciclo e riduzione dei consumi materiali potrebbe, entro il 2030, abbattere del 14,5% l’uso di materie prime in Italia, e tagliare fino a 40 milioni di tonnellate le importazioni.

L’Italia si conferma leader della circolarità ma i segnali di rallentamento in termini di investimenti e occupazione, così come l’alta dipendenza dalle importazioni di materiali strategici, sono moniti a non disperdere il vantaggio acquisito. Il rafforzamento delle politiche industriali orientate alla circolarità rappresenta dunque una delle principali sfide per il futuro.

Fonte: Rapporto sull’economia circolare: Italia ancora leader – Circular Economy Network

di Sara Giudice

economia circulare

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