Sono gli Usa i maggiori responsabili dello sviluppo dell’attività di spamming, secondo Sophos. Il 19,5% dello spam in circolazione in tutto il mondo è a stelle e strisce mentre l’8,4% ha origini cinesi. Terzo posto per la Corea del Sud con il 6,5% del materiale dannoso fruito via mail e quarto per la Polonia, 4,8%. Quinta la Germania con il 4,2% e sesto il Brasile, 4,1%. Iniziano a ridursi le percentuali al settimo posto, con il 3,3% della Francia, all’ottavo con il 3,1% russo e al nono con il 2,9% turco. L’Italia fa capolino al decimo posto, con il 2,8%, a pari merito con la Gran Bretagna. Chiude la classifica dei disobbedienti del web l’India con il 2,5% dello spam mondiale. Il fenomeno ha visto una crescita complessiva del 9% nel secondo trimestre del 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006. “Occorre l’impegno comune di tutti gli Stati non solo per perseguire e condannare gli spammer, ma anche per sensibilizzare gli utenti, ovunque si trovino, sull’importanza non tanto di ignorare quanto di bloccare i messaggi di spam”, ha affermato Walter Narisoni, security consultant di Sophos Italia, “ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo se vogliamo vincere la battaglia contro lo spam”.
Italia decimo produttore di spam

Guarda anche: