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20 Aprile 2022 | Economia, Innovazione

Italiani tra gli europei meno propensi a rinunciare al contante

Italiani ancora dipendenti dal contante. Nonostante tutte le migliorie adottate nel campo del digitale e delle piattaforme. il Paese è tra i trenta peggiori per incidenza del contante sull’economia. Gli investimenti del PNRR potrebbero contribuire a invertire la tendenza. Per il momento l’Italia rimane terzultima in Europa per numero di transazioni pro capite. Per chi non accetterà pagamenti con carte di credito e bancomat scatteranno le multe. Il provvedimento doveva partire a gennaio 2023 ma è stato anticipato a giugno. Si tratta di un’ulteriore stretta per arginare l’utilizzo massiccio dei contanti

Italiani ancora dipendenti dal contante

Il PNRR potrebbe invertire la tendenza generando quasi 800 milioni di pagamenti elettronici ma per ora l’Italia rimane fortemente ancorata all’utilizzo del contante. Nonostante l’aumentata propensione degli italiani a utilizzare sistemi di pagamento alternativi al contante, anche nel 2020 l’Italia rimane terzultima in Europa per numero di transazioni pro capite. Il dato si ferma a 61,5, addirittura diminuito rispetto al dato dell’anno precedente (61,7). Solo Romania (53) e Bulgaria (31) fanno peggio, con una media europea che si attesta a 142. Il Paese best performer è la Danimarca, che arriva a 379 transazioni pro-capite nel 2020. Diminuisce dell’1,4 per cento il valore complessivamente transato con carte di pagamento e prepagate, pari a 253 miliardi di euro.

La situazione

A livello regionale, per i pagamenti elettronici, si conferma il primato della Lombardia, seguita dal Piemonte e dalla Toscana. Le aree meno evolute sono il Molise e la Basilicata. Le performance positive delle regioni sono trainate principalmente dalle città che hanno un peso rilevante sull’economia e che sono l’ambito di elezione per lanciare sperimentazioni. Nel 2021 si è consolidata la propensione a pagare senza contanti. Restano alcune criticità relative al timore di frodi e ai problemi nell’accettazione dei pagamenti. La frequenza con cui si fa ricorso agli strumenti di pagamento alternativi al contante rimane limitata. Solamente il 34,1% si serve di mezzi di pagamento elettronici più volte a settimana o ogni giorno. La restante parte li utilizza meno di una volta a settimana o mai.

Il futuro

Nel futuro i pagamenti elettronici troveranno più spazio. Ci sono alcuni fattori che li porteranno a crescere. Tra questi, per esempio, c’è il fatto che i sistemi di mobilità nell’era digitale stanno evolvendo sempre più nella direzione di un paradigma di Mobility-as-a-Service (MaaS). Ovvero verso servizi che, grazie a un unico provider, ossia una piattaforma digitale, consentono agli utenti di pianificare, prenotare e pagare più tipi di servizi di mobilità. Tutto ciò potrebbe abilitare fino a 2,5 miliardi di transazioni cashless per un valore di 10,3 miliardi di euro. In questo processo evolutivo della mobilità verso il paradigma del MaaS, un ruolo chiave è rivestito dai pagamenti elettronici. Il Pnrr poi potrebbe avere degli effetti importanti sui pagamenti elettronici soprattutto su alcune aree. Per fare un esempio ancora la digitalizzazione del turismo. Con la realizzazione di un hub del turismo digitale potrebbe permettere di integrare l’offerta turistica (museale, archeologica, e così via). Questo potrebbe abilitare fino a oltre 10 milioni di transazioni e 78 milioni di euro di valore transato entro il 2026. Seguono a ruota la Pubblica Ammisnistrazione e la sanità.

Multe per chi non accetta pagamenti elettronici

Per chi non accetterà pagamenti con carte di credito e bancomat scatteranno le multe. Queste le ulteriori misure per rafforzare la lotta all’evasione fiscale. Una delle norme allo studio prevede di anticipare dal primo gennaio 2023 al 30 giugno di quest’anno l’entrata in vigore della doppia sanzione a carico di chi non accetta i pagamenti con moneta elettronica. La norma prevede una sanzione di 30 euro più il 4% del valore della transazione. Non riguarderà soltanto i commercianti ma tutti coloro che offrono prodotti e servizi al pubblico, compresi i professionisti, come i medici, o i tassisti.

di Alessandro Bonsi

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