Jeff Buckley , genio melanconico della canzone Usa, scomparso nel 1997, a trent’anni, nelle acque del fiume Wolf River, ha tutto per svegliare la nostalgia: bellezza, aura maledetta, morte controversa, rapporto irrisolto con la figura del padre e un unico disco pubblicato in vita, Grace , del 1994, inizialmente poco considerato, via via diventato un classico. Ora diventa soggetto di ben tre film, in uscita o in produzione . Il primo è Greetings from Tim Buckley . Ben accolta a Toronto nello scorso settembre, la pellicola di Daniel Algrant con Penn Badgle è centrata sul rapporto padre-figlio, che culminò nel concerto-tributo del 1991 di Jeff alla memoria di Tim, morto nel 1975. A seguire arriverà A pure Drop, dell’australiano Brendan Fletcher, basato sulla biografia di Buckley scritta da Jeff Apter. Anche qui al centro del plot dovrebbe esserci il rapporto padre-figlio. Ma il biopic ufficiale sul cantautore di Grace dovrebbe essere Mistery White Boy , la cui produttrice esecutiva è la madre di Jeff, Mary Guibert. A quanto ne racconta un articolo dell’Atlantic, la Guibert avrebbe fatto fuori dalla produzione il regista Jake Scott in favore di Amy Berg, e avrebbe respinto le proposte di un Brad Pitt più che voglioso di prendere parte al film, ritenendo troppo fantasiosi i copioni proposti dall’attore.
Jeff Buckley, il cinema si occupa di lui

Guarda anche: