Steve Jobs propose direttamente a Murdoch un accordo per tenere alto il prezzo degli e-book e ostacolare l’avanzata di Amazon: a confermare l’accusa rivolta ad Apple di aver fatto cartello con cinque colossi dell’editoria americana, partita dal Dipartimento della Giustizia Usa nel 2012, spunta un’ e-mail inviata nel gennaio 2010 dal fondatore della casa di Cupertino. Il messaggio era diretto a James Murdoch, figlio del fondatore di News Corp Rupert Murdoch, e proprietario di Harper Collins , una delle case editrici coinvolte insieme a Macmillan, Hachette, Penguin e Pearson. Nell’e-mail Jobs diceva di voler tentare di creare un mercato per gli e-book a 12,99 e 14,99 dollari, una cifra più alta dei 9,99 dollari di Amazon. Jobs presentò tre possibilità a Murdoch: la prima era appunto quella di unirsi ad Apple per creare un mercato degli e-book a 12,99 e 14,99 dollari. La seconda ipotesi era quella di rimanere con Amazon e “ guadagnare di più nel breve periodo, mentre nel medio periodo – scrive Jobs – vi dirà che pagherà solo il 70% di quei 9,99 dollari” . Infine, si poteva boicottare Amazon. Per Jobs tuttavia, senza un canale di vendita gli utenti avrebbero iniziato a rubare i libri incentivando la pirateria.
Jobs, cartello con Murdoch contro Amazon

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