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5 Novembre 2022 | Attualità

L’arrivederci all’Italia da parte dei Cure

Si è chiusa a Milano la tranche italiana del “Lost World Tour 2022” di Robert Smith e colleghi: fra grandi successi e nuove canzoni, in scaletta ci sono 27 brani ma il nuovo album si fa ancora attendere.

“Grazie! Molto, molto presto ci rivedremo”. È una promessa commossa e felice quella che Robert Smith lancia dal palco del Mediolanum Forum di Assago, al termine della quarta data italiana del “Lost World Tour 2022”, dopo Bologna, Firenze e Padova. Anche a Milano la band ha regalato oltre due ore e mezzo del suo rock sorprendente, a tratti cupo e decadente, a tratti nostalgicamente spensierato, perfetto per sintonizzarsi con l’adolescente irrisolto che giace (più o meno nascosto) in ognuno dei fan accorsi al palazzetto per un tutto esaurito di prim’ordine.

Tutte le hit e i nuovi pezzi (senza ancora un album)

Ogni sera la band cambia la scaletta, anche per centellinare al meglio le canzoni del nuovo album, atteso ormai da 14 anni e divenuto quasi un’ossessione, tanto che per lanciarlo in rete è stato scelto l’hashtag # waitingforgodot, aspettando Godot. A differenza dell’eterno atteso della pièce di Samuel Beckett, però, i nuovi brani dei Cure ci sono e si mescolano con grande fluidità al resto del loro repertorio, soprattutto quello più oscuro (che è anche l’aggettivo preferito da Smith per parlare del nuovo lavoro). “Songs of a lost world”, d’altronde, è in gestazione almeno dall’inizio del 2019: nel frattempo è partita una pandemia mondiale, una guerra sul Vecchio Continente e, soprattutto, il cantante ha dovuto elaborare il lutto per la perdita di fratello, madre e padre. A più di 60 anni sono cose che uno mette in conto, ma certo digerirle e trasformarle in voglia di suonare è un altro conto.

Cure Milano 221104 - ph. DF

Cure Milano 221104 – ph. DF

Un viaggio dark, fino ai confini del pop

Anche se manca la release ufficiale, il ritorno sul palco è un viaggio importante in un tempo di inquietudine. In ordine sparso si godono: una lunghissima intro con luna rossa sullo sfondo per “Push” e almeno sette minuti di “A Forest”; “Faith”, che mancava dai live dal 2011 e la gotica “Cold” che rispunta da Pornography del 1982 così come “The Figurehead”; la lunga fuga di “Burn”, dalla colonna sonora di The Crow del 1994; l’immancabile canzone-manifesto, che parte quasi in sordina e poi inonda il pubblico di luce: “Disintegration”. Del nuovo album si gustano “And Nothing is Forever” e “I Can Never Say Goodbye”, che affondano a piene mani nei drammi personali recenti di Smith. Dopo la seconda pausa, però, c’è il “regalo”: il cantante chiacchiera un po’ con il pubblico che lo acclama, si scusa di non ricordare più molte parole di italiano nonostante avesse qui un caro amico… e poi parte con le hit più conosciute e il Forum lo segue sull’onda di una nostalgica felicità fino a Boys Don’t Cry, su cui la serata si chiude sul sapore agrodolce di un’arrivederci. All’estate prossima, forse. A nuovo album pubblicato, forse.

Robert Smith ma non solo

Robert Smith è l’anima dei Cure, il fondatore, l’unico interprete che non è mai cambiato, la voce iconica di un repertorio inglese che dal 1978 ha segnato il mondo del rock in chiave dark, senza negarsi incursioni nel pop. A ben vedere, però, un concerto dei Cure è tale anche grazie alla formazione che circonda Smith e quella scelta per il nuovo tour – 46 solo le date europee, con un calendario serratissimo dal 5 ottobre al 13 dicembre – è davvero convincente. Preziosa per le armonie più cupe la tastiera di Roger O’Donnell; voluttuosa la chitarra di Reeves Gabrels; multiforme il contributo di Perry Bamonte, rientrato proprio quest’anno dopo una pausa che durava dal 2005; sempre energetico e sfrontato il basso di Simon Gallup. Ma forse, più di tutti, merita un plauso la batteria di Jason Cooper: ipnotica, catartica, a tratti tribale.

Cure Milano 221104 drum - ph. DF

Cure Milano 221104 drum – ph. DF

La scaletta dei Cure a Milano

1. Alone 2. Pictures of You 3. A Night Like This 4. Lovesong 5. And Nothing Is Forever 6. Cold 7. Burn 8. At Night 9. Charlotte Sometimes 10. Push 11. Play for Today 12. A Forest 13. A Fragile Thing 14. Shake Dog Shake 15. From the Edge of the Deep Green Sea 16. Endsong

—- prima pausa

17. I Can Never Say Goodbye 18. The Figurehead 19. Faith 20. Disintegration

—- seconda pausa

21. Lullaby 22. The Walk 23. Friday I’m in Love 24. Close to Me 25. In Between Days 26. Just Like Heaven 27. Boys Don’t Cry.

di Daniela Faggion

Cure Milano Lullaby - ph.DF

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Uomo nel grano - ph Pexels

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