Il Premio Strega ha scelto i cinque finalisti per l’edizione 2013 , tra polemiche di rito e accantonamenti eccellenti. A contendersi il riconoscimento più patinato della letteratura nostrana saranno Alessandro Perissinotto, il più votato in fase preliminare con il suo Le colpe dei padri (Piemme); Walter Siti, secondo ma ancora favorito con Resistere non serve a niente (Rizzoli); Romana Petri con Figli dello Stesso padre (Longanesi); Paolo Di Paolo, con Mandami tanta vita (Feltrinelli); Simona Spartaco, a sorpresa in finale con Nessuno sa di noi (Giunti). L’escluso di lusso è Aldo Busi : El especialista de Barcelona (Dalai Editore) ha raccolto la miseria di 18 voti. Lo scrittore bresciano non polemizza con la giuria, quanto con la situazione letteraria nazionale: “ Il Premio Strega è anche un’espressione dell’Italia, dobbiamo tenercelo un po’ com’è. È il Premio degli editori, delle telefonate, dei favori. Per tutte queste ragioni non potevano votare un romanzo come il mio che è un capolavoro. E non lo affermo io, ormai lo dicono cani e porci”. Gli strepiti di Busi fanno da contraltare al silenzio degli altri candidati , che il prossimo 4 luglio al Ninfeo di VIlla GIulia si giocheranno il riconoscimento, non prima di un’acerrima lotta tra potenze editoriali: dietro Piemme c’è Mondadori, che ha vinto cinque delle ultime sei edizioni, mentre in Rizzoli difenderanno a spada tratta la posizione di favoriti.
La cinquina per lo Strega, tra potere e strepiti

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