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22 Gennaio 2010 | Attualità

La ex di George si sente ‘vittima da reality’

Fa sul serio Carla Gnommi, ex-compagna del principe del Grande Fratello George Leonard. Non sembra interessata ai salotti domenicali e a conquistare un trono da Maria De Filippi. Sembra davvero infastidita dalla bufera mediatica che ha investito il suo nucleo familiare e decisa a diventare una bandiera delle vittime da reality.   La Gnommi ha infatti incaricato il suo legale Giovanni Picuti, già al lavoro per proteggere il malcapitato figlio dei due, di fondare un’ associazione “a sostegno delle vittime delle aggressioni mediatiche”   “ Sto vivendo – ha spiegato la Giommi in un comunicato – una dolorosa esperienza di madre e di donna, che ha visto, dal giorno alla notte, cambiare radicalmente la sua vita per la mancanza di scrupoli da parte del mio ex compagno, George Leonard. Non cerco la compassione di alcuno, consapevole che molte persone si sono trovate peggio di me. Ho comunque deciso di adoperarmi nel sociale, fondando una associazione, senza scopo di lucro, a sostegno delle vittime delle aggressioni mediatiche” .   Secondo la Giommi “tutti dovremmo adoperarci per sconfiggere l’imbarbarimento della società civile , a cui ha contribuito anche l’impoverimento di contenuti dei palinsesti televisivi e di alcuni organi di comunicazione”   “ George ha le sue colpe – ha proseguito – e per questo ho deciso di chiudere con lui. Ma altrettanto responsabili devono considerarsi coloro che producono programmi, e quanti ne permettono la diffusione, che calpestano i valori fondamentali della famiglia e degli individui. Farò il possibile perché in questo Paese si affronti, e si risolva una volta per tutte, l’uso indiscriminato e volgare dei mezzi di comunicazione , incuranti delle esigenze altrui, e così facendo travolgono la vita privata, minacciano l’integrità delle famiglie e la serenità dei minori. Auspico – continua Carla Giommi – che anche politici, istituzioni e le organizzazioni che operano per la tutela dei diritti dei cittadini aprano un dibattito sul problema delle aggressioni mediatiche e sulle loro conseguenze. E’ ora – conclude – di procedere ad un esame di coscienza e di proporre una moratoria contro le violente incursioni di certe trasmissioni e di certi organi di stampa , che spesso coinvolgono la sfera più intima dei cittadini, al solo fine di accrescere l’interesse da parte del pubblico” .

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