Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

26 Febbraio 2023 | Ambiente, Attualità, Economia, Innovazione

La foresta è un toccasana per l’ansia

Una ricerca condotta da Cnr e Cai, in 39 siti italiani tra il 2021 e il 2022, svela che le foreste sprigionano oli essenziali benefici per la salute mentale

Vivere a contatto con la natura è terapeutico per il corpo e la mente. Diverse sono le evidenze medico-scientifiche che attestano quanto vivere all’aria aperta faccia bene. Le difese immunitarie migliorano, la produzione di endorfine aumenta, inducendo una reazione a catena positiva, per muscolatura, battito cardiaco e pressione arteriosa che si stabilizzano. La natura potenzia stato mentale, sonno, umore, appetito. Offre spunti di creatività, svolge un effetto calmante, donando pace e serenità. Migliora la concentrazione e allontana la stanchezza grazie all’esposizione solare che incrementa la produzione di vitamina D.

La ricerca

Oggi una nuova ricerca sperimentale realizzata, tra il 2021 e il 2022, in 39 siti italiani tra montagna, collina e parchi urbani ha permesso di svelare come componenti profumati degli oli essenziali emessi delle piante riducono stress e l’ansia della vita frenetica.

A condurla, un team di ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del Consiglio nazionale delle ricerche di Firenze (Cnr-Ibe) e del Club Alpino Italiano, insieme alle Università di Parma e Firenze, all’Azienda unità sanitaria locale (Ausl) di Reggio Emilia, e con il sostegno del Centro di riferimento regionale per la fitoterapia (Cerfit) di Firenze: la ricerca è pubblicata sul International Journal of Environmental Research and Public Health.

Verso pratiche sanitarie verdi

L’articolata organizzazione della ricerca ha visto protagonisti 505 partecipanti coinvolti in sessioni standardizzate di terapia, in tutta Italia, con una quota maggiore di donne (65%). La distribuzione dei partecipanti in diverse fasce di età era la seguente: 18-29 anni (10%), 30-44 anni (19%), 45-54 anni (19%), 55-69 anni (42%) e oltre 70 (10%). «Combinando sessioni di terapia forestale condotte da psicologi professionisti con tecniche avanzate di statistica, abbiamo potuto dimostrare che, in certe condizioni, l’aria della foresta è davvero terapeutica: un traguardo importante per la progressiva adozione di pratiche sanitarie verdi», afferma Federica Zabini di Cnr-Ibe, responsabile Cnr del progetto e supervisore della ricerca.

L’aria della foresta riduce l’ansia

Nel corso delle campagne è stato individuato e isolato l’effetto specifico dell’esposizione ai monoterpeni – componenti profumati degli oli essenziali emessi dalle piante, e in particolare ad Alfa Pinene – sulla riduzione significativa dei sintomi di ansia, identificando non solo soglie di esposizione, ma anche la correlazione alla quantità di monoterpeni inalati. «Questi ultimi sono molto più abbondanti nelle foreste remote che nei parchi urbani, sebbene con un notevole grado di variabilità: un prossimo passo sarà mappare e prevedere le relative concentrazioni», sottolinea Francesco Meneguzzo, ricercatore del Cnr-Ibe e membro del Comitato scientifico centrale del Cai. I risultati mostrano che, oltre una data soglia di concentrazione di monoterpeni totali o anche del solo Alfa Pinene, i sintomi di ansia diminuiscono a prescindere da tutti gli altri parametri, sia ambientali che individuali. «Considerato che questi composti sono emessi dalle piante, possiamo ora assegnare un valore terapeutico specifico a ogni sito verde, anche condizionato alla frequentazione in momenti diversi dell’anno e del giorno» conclude Maneguzzo.

Il metodo statistico e il futuro della ricerca

È stato applicato un metodo statistico avanzato in uso nella ricerca clinica, che ha consentito di creare gruppi di intervento e di controllo perfettamente abbinati. In tal modo «I risultati ci permettono, oggi, di disporre di criteri oggettivi per individuare e qualificare stazioni di Terapia Forestale in grado di consentire prestazioni di livello clinico», chiarisce Davide Donelli del Dipartimento di medicina e chirurgia dell’Università di Parma e Divisione di cardiologia dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma: «Poiché è ormai consolidata la connessione tra stati di ansia e rischio cardiovascolare, i risultati ottenuti assumono un valore importante anche in ambito patofisiologico, e quella sarà materia di ulteriori ricerche».

La raccomandazione

Sulla base delle evidenze che la ricerca ha raccolto, come raccomandazione pratica per aiutare a gestire i sintomi dell’ansia, si può suggerire di visitare regolarmente siti la cui aria è ricca di monoterpeni come l’Alfa Pinene. A questo proposito, per individuare i siti adeguati, sarebbe importante misurarne i valori nell’aria, o almeno identificare le aree in cui sono presenti specie arboree che potrebbero rilasciare grandi quantità di queste sostanze nell’atmosfera. L’inalazione di questi composti naturali durante una sessione di relax all’aperto di 3 ore può migliorare i livelli di ansia e contribuire positivamente al benessere dell’individuo. I risultati della ricerca evidenziano l’importanza di concentrarsi sull’ambiente come fonte di fattori che promuovono la salute, con la necessità di favorire politiche appropriate e aumentare la consapevolezza sui problemi ambientali.

di Luisa D’Elia

Guarda anche:

parmigiano-reggiano-zalazaksunca

20 miliardi il valore delle produzioni DOP in Italia

Prima al mondo è il Grana Padano, seguito da Parmigiano e Prosciutto di Parma Secondo il XXII Rapporto Ismea-Qualivita, in Italia l'economia delle produzioni con Denominazione di Origine Protetta...

Il primo trapianto a cuore battente al mondo realizzato a Padova

È stato realizzato a Padova il primo trapianto di cuore al mondo totalmente a cuore battente dal donatore, sia durante il prelievo che al momento dell'impianto nel paziente ricevente. L'intervento...
ashtray-RadiolArt

In Italia più di 7 case su 10 sono smoke free

Il Paese è al quarto posto in Europa per la battaglia domestica al fumo passivo ma per gli esperti si può ancora migliorare Nel 75,8% delle case italiane non si fuma. In più di sette case su 10,...