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10 Marzo 2022 | Attualità, Disinformational

La guerra delle fake news

Dal conflitto tra Russia e Ucraina emerge uno scontro sul piano della comunicazione che ha luogo con la manipolazione di informazioni, foto e video su media e social.

Il conflitto Russia-Ucraina si sta tristemente combattendo anche sul web.

Tanto che la diffusione di centinaia di casi di disinformazione ha spinto l’UE a creare una task force per individuare le fake news riguardanti la guerra in corso. 

L’UE apre un sito contro la disinformazione 

Con lo stesso obiettivo è stato lanciato il sito “Eu versus disinformation”. Definendo l’informazione come il combustibile della democrazia, l’Alto rappresentante UE per la politica estera, Josep Borrell, ha annunciato di aver messo in piedi un sistema di allerta e di aver aumentato la collaborazione con la Nato e il G7 per capire come il Cremlino stia destabilizzando e manipolando l’informazione con lo scopo di indebolire l’Ucraina e l’Occidente.

È proprio il nuovo portale ad aver pubblicato un articolo dedicato ai sette miti sfatati sul conflitto Russia-Ucraina: una panoramica che esplora come dall’annessione illegale della penisola di Crimea nel 2014 alla continua aggressione militare contro l’Ucraina sia stata realizzata una campagna volta a “denigrare l’Ucraina, raffigurandola come una minaccia per la sicurezza globale, attaccando la comunità internazionale per il sostegno alla sovranità, all’integrità territoriale e all’indipendenza dell’Ucraina all’interno dei propri confini riconosciuti a livello internazionale”.

Le bufale sul conflitto smascherate dalla BBC

Altri media internazionali hanno analizzato le principali fake news costruite ad arte per sminuire il conflitto: le ha elencate la BBC con un factchecking che ha recuperato l’origine di video e foto al centro della disinformazione. Tra queste, un video diventato virale in cui si vedono giovani ucraini coprirsi viso e abiti sporchi di sangue finto per ingigantire volutamente la portata distruttiva degli attacchi russi. Immagini che appartengono al backstage di una serie Tv ucraina, “Contamin” (girata nel 2020). Oppure lo screenshot che mostra alcuni soldati ucraini imbracciare armi di cartone, prova secondo i negazionisti di una guerra fittizia: invece, l’immagine è tratta da un filmato che risale a metà febbraio e immortala un corso di formazione del battaglione di estrema destra Azov ai volontari della città ucraina di Kharkiv in previsione di una possibile invasione.

Le analisi di Newsguard e la questione Google

Inevitabilmente si è mosso anche il team di Newsguard, organizzazione di giornalisti che controlla l’attendibilità informativa dei siti internet, che ha individuato oltre 110 siti pro Putin: tra questi, Newsguard riporta sia fonti ufficiali dei media statali russi, sia siti web anonimi, fondazioni e siti di ricerca gestiti con finanziamenti non chiari, alcuni dei quali potrebbero avere collegamenti non dichiarati con il governo russo. Alcune delle principali bufale accomunate dall’obiettivo di enfatizzare l’aggressione ucraina e minimizzare le azioni russe sono relative al fatto che la Nato avrebbe una base militare a Odessa, che il nazismo sia prevalente nella politica e nella società ucraine, che la Crimea sia stata annessa legalmente alla Russia, ecc.

Un’analisi più recente di Newsguard (7 marzo) afferma che dei siti che diffondono narrazioni di disinformazione russa e continuano a trarre profitti dalla pubblicità programmatica, il 64% viene monetizzato attraverso la piattaforma pubblicitaria di Google.

Adnkronos riporta fake news anche pro Kiev

L’agenzia italiana Adnkronos ha infine ripreso tramite fonti di apparati di sicurezza italiani fake news finalizzate a distorcere la realtà a favore di Mosca e di Kiev. Ad esempio, in un tweet del 1° marzo 2022 “viene dichiarata la distruzione di un convoglio militare russo nella regione di Mykolaiv costituito da 800 veicoli, senza alcuna prova evidente della consistenza della colonna, né della sua distruzione”.

La stretta del Cremlino sui media

Nel frattempo, il Cremlino ha emanato una nuova legge che punisce col carcere fino a 15 anni chiunque diffonda “false notizie sulle azioni dell’esercito”. Sono stati banditi termini come “guerra” e “invasione” e chiuse le piattaforme Facebook e Twitter. Dopo la stretta sui media, i giornalisti europei hanno lasciato il Paese.

 

di Valentina Colombo

fake news

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