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11 Settembre 2008 | Attualità

La Hathaway rompe il silenzio e parla dell’arresto di Follieri

                                        Dopo aver preso parte alla mostra del cinema di Venezia per presentare il film Rachel Getting Married , senza rilasciare dichiarazioni sulla sua storia con il finanziere foggiano Raffaello Follieri, Anne Hathaway ha rotto il silenzio. L’attrice americana era stata al centro delle cronache per la sua relazione amorosa, dopo che lui lo scorso giugno era stato arrestato per aver mentito ai suoi investitori a proposito di alcuni contratti per l’acquisto di proprietà della Chiesa da riconvertire. La star de Il diavolo veste Prada aveva scelto di non parlare della vicenda in occasione della mostra del cinema di Venezia, affinché l’attenzione dei media restasse puntata solo sul film in concorso. In un’intervista a W , la Hathaway ha confessato di aver sofferto molto e di essere riuscita a reagire grazie all’affetto dei suoi amici. La notizia dell’arresto del fidanzato era arrivata come un fulmine a ciel sereno nella vita dell’attrice che ha dichiarato: “Quando ho saputo dell’arresto, stavo per prendere un aereo per il Messico per una serie di conferenze stampa per Get Smart. Poi sono rimasta per una settimana sconvolta a casa di un amico . E poi sono dovuta tornare a fare altri incontri con la stampa, e da allora non mi sono più fermata”. Mercoledì Follieri ha raggiunto il patteggiamento, dopo aver riconosciuto la sua colpevolezza per i 14 capi d’accusa che lo avevano condotto all’arresto negli Stati Uniti. La truffa aveva permesso al finanziere foggiano di condurre un  alto tenore di vita e di acquistare un lussuoso appartamento a New York, nel quale viveva con la stella di Hollywood, sequestrato durante le indagini. Il giudice John Koelti ha concesso a Follieri di trascorrere in carcere solo 4 o 5 ann i, un periodo irrisorio se paragonato a quanto gli sarebbe toccato senza patteggiamento. Il finanziere ha dichiarato: “Sapevo che stavo agendo in modo sbagliato. Fra il 2005 e il 2007 ero d’accordo con altri nell’utilizzare parte dei soldi che gli investitori avevano messo nella joint-venture con lo scopo di defraudarli.”.

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