Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

17 Marzo 2009 | Attualità

La lunga battaglia legale tra Google e Luis Vuitton

Da quattro anni è in corso una battaglia legale tra Google e Luis Vuitton: informatica contro alta moda, a causa proprio del motore di ricerca americano, che è accusato di aver venduto alle rivali di Vuitton i dati sulle ricerche online riguardanti i prodotti del marchio francese. Sarà la Corte di Giustizia Europea a decidere definitivamente se il comportamento della compagnia californiana sia stato corretto o meno , dopo che il colosso di internet ha perso l’ultimo round ed è stato giudicato colpevole da un tribunale francese nel 2005. La sentenza si farà attendere fino a dopo l’estate. Luis Vuitton sostiene che a Google non dovrebbe essere consentito di vendere i dati delle ricerche chiave (quelle cioè che vedono il nome del marchio digitato dall’utente) al miglior offerente. Questo perché, così facendo, nelle successive ricerche associati ai prodotti Vuitton appaiono borse e accessori di firme concorrenti, nonché altri prodotti contraffatti. Ci sarebbe, insomma, un reindirizzamento dei termini di ricerca, che consentirebbe ai rivali commerciali di essere indicizzati a fianco dei prodotti del marchio digitato dagli internauti, risultando più visibili e disturbando il mercato di LV. “ Le attività di pubblicità di Google hanno concesso una visibilità impensabile ai prodotti falsi ” dice l’avvocato di Louis Vuitton, Patrice de Cande. “ Google guadagna in base al clic di qualcuno su una parola chiave, e non ragiona sulla natura della stessa – ribatte Alexandra Neri, difensore del motore di ricerca – La decisione di cliccare o meno a chi spetta? Chiaramente all’utente ” Questa battaglia legale è di importanza vitale per Google, che punta molto sulla sua banca dati riguardante le ricerche di mercato e sulla vendita stessa dei dati ai diversi rivali commerciali. La decisione della Corte Europea fungerà da precedente guida per tutti e 27 gli stati dell’Unione , e la compagnia di Palo Alto rischia di vedersi limitare la vendita dei dati in tutto il Vecchio Continente. Le contraddizioni del sistema di ad legati ai motori di ricerca, in un periodo in cui gli stessi stanno sviluppando massicciamente i progetti di pubblicità indirizzata , si fanno sempre più evidenti. E lo sfruttamento commerciale di internet pone interrogativi etici e insieme legali.

Guarda anche:

Il ritorno del moscardino nei parchi di Milano: segnale di biodiversità ritrovata

Tra il cemento e la frenesia urbana di Milano, la notizia del ritorno del moscardino – un timido roditore arboricolo dal manto arancio-dorato – rappresenta una svolta importante per la biodiversità...

L’Italia ieri e oggi sui giornali del mondo (26 07 25)

Ministro Tajani: Italia non è pronta a riconoscere lo Stato palestinese Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha dichiarato ieri che l’Italia non è ancora pronta a riconoscere lo Stato...

L’intelligenza artificiale predice il Parkinson: pubblicata ricerca italiana con IA e neurostimolazione

Milano guida la rivoluzione delle neuroprotesi intelligenti. Un algoritmo prevede l'evoluzione della malattia con una settimana di anticipo Un nuovo algoritmo di intelligenza artificiale può...