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30 Gennaio 2023 | Attualità, Innovazione

La medicina può prevedere l’ansia con l’analisi della materia grigia

Secondo lo studio condotto dai ricercatori dell’università di Trento e  pubblicato sulla rivista Sensors la medicina può prevedere l’insorgere dei sintomi e dei disturbi dovuti all’ansia attraverso l’analisi del volume di materia grigia e bianca presente nelle diverse aree del cervello. La ricerca si distingue dalle precedenti perché per la prima volta è stato utilizzato un metodo per costruire un modello cerebrale predittivo capace di classificare precisamente l’ansia delle persone sottoposte allo studio. 

L’analisi di biomarcatori (indicatori biologici, genetici o biochimici) permette di preannunciare l’ansia e altri disturbi emotivi, permettendo di intervenire tempestivamente con trattamenti mirati al singolo individuo. L’obiettivo è mettere a punto modelli che, sulla base di caratteristiche morfometriche (che riguardano la composizione e il volume) del cervello, siano in grado di riconoscere il livello di emozioni disfunzionali per poter intervenire tempestivamente con trattamenti più efficaci. 

Un’interessante tendenza riscontrata nel campione studiato evidenzia un livello di ansia minore con l’avanzare dell’età. È quindi importante secondo i ricercatori studiare i disturbi da ansia soprattutto nelle fasce più giovani della popolazione.

Non a caso la salute mentale degli adolescenti è posta sotto continua attenzione anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che rileva come l’ansia sia una delle loro principali cause di malattia. È anche per questo motivo che l’Università di Trento sta sviluppando un nuovo prospetto di ricerca concentrato totalmente sul periodo adolescenziale.

I giovani e l’ansia 

Da una ricerca realizzata da DoveVivo, piattaforma del mondo residenziale che gestisce in Europa un’ampia offerta di soluzioni abitative, e Serenis, la piattaforma che affianca le persone nella scelta di un giusto e soddisfacente percorso psicologico, emerge un quadro preoccupante che coinvolge le fasce d’età più giovani. Attraverso un questionario le società hanno intervistato giovani studenti e lavoratori fuorisede di età compresa fra i 18 e i 30 anni. 

Dal campione analizzato è emerso che il 64% dei giovani che vivono da soli prova ansia quasi quotidianamente. Le principali preoccupazioni sono l’incertezza verso il futuro, i troppi impegni e la delusione delle aspettative. Il 43% dei giovani si affida già a uno psicologo/psicoterapeuta e chi non lo fa nel 60% dei casi è per ragioni economiche. I giovani che vivono al di fuori della famiglia affermano di provare ansia quasi tutti i giorni nel 50% dei casi, per la metà dei giorni della settimana nel 14% e solo alcuni giorni nel 34%.

Per il 36% degli intervistati la ragione principale dei disturbi è legata  all’incertezza del futuro, seguita dagli impegni lavorativi e universitari per il 34% del campione e infine dalle relazioni familiari, sentimentali e professionali nel 20% dei casi.

L’ansia può essere percepita in vari modi: il 20% di giovani non riesce a concentrarsi sul lavoro, il 25% di loro dorme male e prova costante stanchezza durante la settimana mentre il 30% dei giovani si sente demotivato e apatico. 

Le soluzioni principali adottate dalle persone per cercare di controllare questi stati d’animo stressanti sono due in particolare. Nel 36% del campione analizzato sono lo sport, la musica e le serie tv, il 35% preferisce pianificare nel dettaglio lo studio o il lavoro come metodo anti stress e infine il 25% cerca il confronto con amici o gli affetti.

Sempre più giovani sono consapevoli che per superare alcuni momenti di difficoltà può essere d’aiuto affidarsi a un professionista. Infatti il 34% dei giovani intervistati dalla ricerca ha affermato che parlare con uno psicologo o psicoterapeuta l’ha aiutato a sentirsi meglio. Il 27% invece  preferisce lavorare o studiare per distrarsi e non pensare, il  23% ha provato a parlare con la famiglia o gli amici e il 18% non ha intrapreso alcuna attività per migliorare il proprio stato d’animo.

E alla domanda se si è mai considerato di affidarsi a uno psicologo/psicoterapeuta, ben il 43% ha affermato di farlo già, e un ulteriore 43% ha intenzione di farlo. Mentre per coloro che hanno risposto di non aver considerato questa opzione, il freno principale è stato nel 60% dei casi quello legato a ragioni economiche.

di Serena Campione

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