La letteratura in teoria musicale e psicologia mostra che, anche isolatamente, i suoni musicali possono codificare in modo affidabile messaggi carichi di genere.
Lo dimostra lo studio del dott. Luca Marinelli, ricercatore di musica e intelligenza artificiale presso la Queen Mary University di Londra, pubblicato sulla rivista Plos One.
Comprendere la musica nelle sue dimensioni ideologiche permetterà di inquadrare schemi di genere che probabilmente emergono dall’esposizione ripetuta a generi maschili e femminili, già attivi negli spot televisivi dei giocattoli proposti a un pubblico di bambini in età di sviluppo.
E’ stato analizzato un ampio campione di spot pubblicitari di giocattoli trasmessi nel Regno Unito (ben 606 nel corso dell’ultimo decennio), identificando evidenti differenze negli stili musicali utilizzati nelle pubblicità rivolte a maschi e femmine, con una forte polarizzazione di genere in quasi tutte le variabili raccolte.
Secondo la ricerca, negli spot pensati per pubblicizzare giochi per maschietti, l’accompagnamento musicale tende a essere più rumoroso, aspro e irritante, rafforzando così uno stereotipato concetto di mascolinità. Viceversa, negli annunci rivolti a bambine, sono presenti toni più soft, più armoniosi, secondo un’associazione più tradizionale del concetto di femminilità.