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9 Luglio 2010 | Innovazione

La piazza dice no alla legge bavaglio

“Oggi si inaugura la giornata della resistenza civile del 21esimo secolo che mai avremmo pensato di inaugurare. Non la faremo clandestinamente ma alla luce del sole ripeteremo che la libertà è un bene fondamentale, che è conoscenza, chi considera l’informazione un pericolo sarà sconfitto” Con queste parole, il segretario della Fnsi Franco Siddi ha dato il via nel pomeriggio del 1 luglio alla manifestazione contro il ddl intercettazioni che si è svolta a Roma. L’adunata di protesta in Piazza Navona, promossa proprio dalla Federazione nazionale della stampa, è stato l’evento principale di una giornata dedicata al dissenso verso il disegno di legge, che il 29 luglio passerà al vaglio della Camera: “Il ddl è squilibrato e ingiusto – ha aggiunto Siddi – e la battaglia andrà avanti, anche usando armi di disobbedienza civile […]. Se non ci fosse stata la casta da tutelare, la maggioranza non avrebbe mai fatto questa legge. I giornalisti vengono espropriati perché lo Stato diventa censore” Sulla stessa linea lo scrittore Roberto Saviano, che ribadisce una convinzione comune tra i manifestanti: “ Non è vero che questa legge difende le telefonate tra fidanzat i, il suo unico scopo è impedire di conoscere ciò che sta accadendo, che il potere venga raccontato” . Giornalisti, politici dell’opposizione, esponenti del mondo dello spettacolo, comuni cittadini hanno deciso ieri di scendere in piazza contro un disegno di legge che penalizza l’informazione e ancor di più la magistratura. La protesta ha avuto eco anche oltreconfine , a Bruxelles, dove gli europarlamentari dell’Italia dei valori hanno occupato simbolicamente una sala “per sostenere la manifestazione contro la legge bavaglio”

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