L’idea nata qualche anno fa in Italia per raccontare il disagio di giovani e meno giovani alle prese con il lavoro travestito da stage
Come ogni anno in giugno, la Repubblica degli Stagisti ha fatto il punto della situazione sulle aziende che in Italia si comportano correttamente nei confronti di chi lavora in stage. D’altronde, la testata giornalistica online è nata nel 2009 proprio per approfondire la tematica dello stage in Italia e dare voce agli stagisti. Adesso il progetto è cresciuto e ha assunto un’aura internazionale.
Ne parla a Telepress Eleonora Voltolina, fondatrice e direttrice di questo progetto. “Il nostro obiettivo è sempre quello di usare il giornalismo come leva per migliorare la società. È accaduto nel 2009 con La Repubblica degli Stagisti, per dare voce ai più deboli nel mondo del lavoro; accade di nuovo da qualche tempo con The Why Wait Agenda, con cui si vuole dare voce alle donne che non vogliono più aspettare per essere madri e che devono quindi fare i conti con i problemi che si pongono loro a livello di lavoro. Adesso abbiamo creato una struttura internazionale per progetti e contenuti di impatto sociale basati sul giornalismo: a fine 2023 è nata in Svizzera l’associazione Journalism for Social Change, con lo scopo di creare spazi di informazione e divulgazione e di diffondere idee ed iniziative di positivo impatto sociale”.
Qual è la vostra missione?
“L’obiettivo principale dell’associazione è promuovere, grazie a una maggiore consapevolezza sia dei decisori, sia dei cittadini, la presa di coscienza di alcuni problemi e le possibili soluzioni. Journalism for Social Change è ora la casa della Repubblica degli Stagisti e di The Why Wait Agenda. Gli strumenti sono sempre informazione di qualità; divulgazione di best practice; advocacy; proposta politica e spinta al cambiamento culturale”.
In pratica?
“In pratica continuiamo con i nostri cavalli di battaglia ma a livello internazionale: informazione sul mercato del lavoro; inchieste e ricerche sul precariato, il diritto del lavoro, il mismatch domanda/offerta; battaglia contro gli stage gratuiti; battaglia per la trasparenza sui dati ufficiali sugli stage (a cominciare da indennità e tassi di assunzione); battaglia culturale perché i giovani siano protagonisti del dibattito pubblico e delle decisioni politiche”. Per l’Italia una sfida davvero importante.
di Daniela Faggion