L’internet degli italiani è fatto soprattutto di notizie sui giornali digitali, informazioni sui motori di ricerca e di tanto streaming , sia video o audio. Questo racconta State of the Net, il rapporto sullo stato del web nostrano che specifica le funzionalità preferite dalle diverse fasce d’utenti. Per i più anziani, ovvero gli over 64 , la rete è prima di ogni altra cosa ricettacolo di notizie e tante e-mail; i cinquantenni , invece, sono gli insospettabili fanatici dei social media, di cui apprezzano la possibilità di recuperare vecchie amicizie e di raccontare di sé in maniera inedita; gli adulti ( 18-44enni ) si dedicano volentieri a e-commerce e alla fuizione/creazione di contenuti, tra acquisti, vendite, blog e anche app, ultima tendenza di settore. Nel dettaglio , i veri e propri giovani (18-29enni) fanno un uso della rete stranamente simile a quello dei più anziani, prediligendo la ricerca di informazioni, magari da condividere e veicolare via WhatsApp e messaggistica istantanea. Il picco di Facebook , invece, lo si raggiungecome detto precedentemente tra i 55-64enni. Il web è, per tutti, sempre più un mezzo transmediale : si naviga mentre si guarda la tv, o mentre si legge un giornale. Lo fa oltre la metà delle persone dotate di connessione mobile, che affianca lo smartphone a quasi qualsiasi attività quotidiana. Il peccato, veniale ma non solo, degli italiani online è l’assenza di riguardi per la privacy e la tutela della propria identità digitale. Il 56% degli internauti teme di essere spiato, ma la paura resta in superficie e non porta all’assunzione di un atteggiamento più attento e consapevole. Spaventa il grande complotto inster-statale (il 73% è contro la sorveglianza del web da parte dei governi), ma le piccole pratiche quotidiane sono lasciate spesso al caso. Peggio ancora: il 33% non si pone assolutamente il problema di come sono utilizzati i suoi dati . Il disorientamente generale in tema di riservatezza ha portato, con la grande diffusione di internet dell’ultimo decennio, a un aumento della disponibilità dei cittadini-utenti a fornire dati e dettagli dei propri consumi. Nel 2004 l’accettava il 45%, oggi il 59%. Questo continuo scambio di contatti, informazioni, contenuti con l’internet crea qualche dipendenza agli italiani : al 66% patirebbe un distacco dalla rete di più di tre giorni. E-mail (24,3%), news (12,7%), social e chat (tra il 7 e il 10%) i servizi indispensabili o quasi. C’è anche un buon 33% che afferma però di poter resistere anche più a lungo, senza web. Quasi tutte queste persone appartengono alla così detta mezza età. Ansie digitali scarse, impegni concreti e capacità di godersi la vita, al di là del mondo in rete: sembrerebbe l’età della saggezza.
La rete è questione di contenuti

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