Il prossimo anno scolastico le scuole italiane saranno dotate di 4.200 lavagne multimediali e 3000 classi 2.0, altamente equipaggiate e connesse. Nonostante questo tipo di sforzo da parte del ministero dell’Istruzione restano, però, diverse le criticità del Piano nazionale Scuola Digitale , lanciato nel 2007, così come descritte da un rapporto redatto dall’Ocse. Su commissione dello stesso Miur, infatti, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico ha analizzato la strategia italiana di digitalizzazione scolastica e, se non mancano diversi punti di forza, un dato su tutti evidenzia il lungo lavoro ancora da compiere: ai ritmi attuali, in Italia ” sarebbero necessari altri 15 anni per raggiungere i livelli di diffusione delle tecnologie digitali registrati, ad esempio, in Gran Bretagna, dove l’80% delle classi può contare su strumenti didattici informatici e digitali’ ‘ a fronte dell’appena 14% italiano, come evidenzia l’Ocse. Dal rapporto emerge un forte limite alle apprezzabili ambizioni del Piano italiano: il budget di 30 milioni euro l’anno, pari allo 0,31% del budget scuola del Miur ed equivalente ad un investimento di appena cinque euro a studente. L’Italia si trova, così, con una media di 6 pc per ogni 100 studenti, invariata rispetto al 2006, laddove quella Ue è di 16 a 100 a fronte dei 10 a 100 di sei anni prima. Ancora, nel 2012 le scuole italiane altamente digitalizzate nel 2012 erano il 6% del totale contro il 37% in Ue.
La scuola non è ancora digitale
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