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20 Ottobre 2009 | Attualità

La Sky Digital Key nell’occhio del ciclone

Proseguono i dibattiti sul recente annuncio riguardante la possibilità di ricevere il segnale digitale terrestre su Sky a partire da dicembre.   “ Questa è la prova definitiva che la Rai, in un periodo di crisi del mercato e di conseguente difficoltà per i suoi bilanci, non rinnovando il contratto per Raisat ha gettato dalla finestra circa 60 milioni di euro l’anno ” ha affermato il consigliere di amministrazione della Rai, Nino Rizzo Nervo (Pd) , criticando piuttosto vivacemente le politiche aziendali di viale Mazzini.  “ L’andamento dei nuovi abbonamenti Sky e la tenuta degli ascolti del gruppo Rai avevano già dimostrato l’ infondatezza delle simulazioni di sviluppo del mercato che erano servite per definire opportuna e strategica la rottura del rapporto con Sky ” ha rincarato la dose il consigliere di amministrazione.   Dello stesso parere è il vicepresidente della commissione di Vigilanza Rai, Giorgio Merlo (Pd). “ A fronte di una situazione che rischia di creare un collasso dell’azienda di viale Mazzini, si impone una riconsiderazione della scelta intrapresa nel luglio scorso ”. Secondo lui è necessaria un’iniziativa politica manageriale per rimediare all’errore commesso.   Di diversa opinione è invece Gina Nieri, consigliere di amministrazione di Mediaset , che giudica sostanzialmente ingannevole la proposta della tv di Rupert Murdoch, poiché gli utenti possono vedere l’offerta del digitale terrestre free se in possesso di un nuovo televisore, quindi senza bisogno della chiavetta Sky. “ È un’ulteriore verticalizzazione da parte di Sky per far rimanere i propri abbonati all’interno della sua piattaforma, ma per il resto non aggiunge nulla. ” Questo perché per utilizzare la famosa Digital Key occorre un decoder ad alta definizione e un televisore di nuova generazione.   Anche il direttore generale Rai, Mauro Masi, ritiene che la mossa di Sky abbia i toni di un’abile campagna promozionale  e di marketing. “ Non si tratta di quello che impropriamente qualcuno ha definito il decoder unico, ma più correttamente uno strumento che lascia inalterata la natura chiusa e proprietaria del decoder Sky” ha dichiarato, aggiungendo che potrebbe anche esserci un conflitto con le disposizioni delle Autorità di garanzia che limitano l’uso da parte di Sky del sistema digitale terrestre.   Masi inoltre ha voluto sottolineare che si parla di una tecnologia non ancora testata sotto il profilo tecnico. Mercoledì 21 ottobre il direttore della Rai sarà ascoltato in Commissione di Vigilanza proprio a proposito della spinosa questione decoder unico. A stabilirlo è stato l’ufficio di presidenza della Commissione dietro iniziativa del presidente Zavoli.

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