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11 Gennaio 2022 | Attualità, Innovazione

La tecnologia entra nella storia di Pompei

Nuove iniziative sperimentali per il recupero di reperti del Parco archeologico di Pompei sono realizzate grazie al digitale e alla robotica e con il contributo di realtà italiane e internazionali.

Il Parco archeologico di Pompei è sempre di più la sede privilegiata di applicazione delle tecnologie più innovative per il recupero, il restauro e la realizzazione di allestimenti accessibili e inclusivi, grazie a una serie di nuovi progetti in fase di realizzazione.

Una infrastruttura robotica per il progetto “RePAIR”

Con il progetto “RePAIR” (Reconstruction the past: Artificial intelligence and robotics meet culturale heritage) per la prima volta una infrastruttura robotica d’avanguardia sarà utilizzata per la ricostruzione fisica di manufatti archeologici. Si tratta in gran parte di migliaia di frammenti di difficile ricomposizione, piccole tessere di un puzzle che compongono gli affreschi della Schola Armatorarum e della Casa dei pittori al lavoro nell’Insula dei casti amanti. Su quest’ultima il progetto “RePAIR” si inserisce affiancando il lavoro iniziato nel 2018 da un gruppo di esperti di pitture murali dell’Università di Losanna. L’infrastruttura robotica scansiona i frammenti, li riconosce tramite un sistema di digitalizzazione 3D e restituisce loro la giusta collocazione evitando il minimo danneggiamento. Questo progetto si avvale del coordinamento dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e del supporto di numerosi istituti scientifici internazionali che operano nel campo della computer vision, della robotica, dell’intelligenza artificiale, oltre che del ministero della Cultura.

Il monitoraggio delle domus con tecnologia BIM

Nuove attività di ricerca sperimentali sono state avviate di recente nel Parco archeologico di Pompei anche per monitorare lo stato di conservazione della domus di Arianna. I rilievi con laser scanner consentono la modellazione tridimensionale in BIM dell’edificio archeologico. In questo caso il parco collabora con l’Università Federico II di Napoli, con il Politecnico di Milano e con l’Istituto di Scienze del patrimonio culturale del CNR. L’obiettivo del gruppo di ricerca è di portare a compimento l’idea progettuale di un prototipo di piattaforma digitale HBIM (Heritage Building Information Modeling) calata su un’insula del Parco archeologico pompeiano in sei mesi, per definire in una seconda fase la sperimentazione del risultato prototipale e la relativa dimostrazione di funzionalità.

Restauro inclusivo: il cavallo di Maiuri per ipovedenti 

Ma non è finita qui. Al termine del 2021 il Parco archeologico di Pompei ha annunciato l’avvio del restauro del Cavallo di Maiuri, il cui scheletro era stato rinvenuto nel 1938. Tramite rilievo laser scanner dello scheletro, sarà realizzato un modellino tattile in 3D del reperto per ipovedenti così da dar vita a un nuovo allestimento in situ che permetta loro di leggere in braille la storia del cavallo, dal suo ritrovamento al restauro, distinguendo le parti effettivamente conservate da quelle ricostruite.

Pompei_ParcoArcheologico_DomusArianna

Pompei_ParcoArcheologico_DomusArianna

 

di Valentina Colombo

Pompei

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