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28 Settembre 2012 | Economia

L’adv in Italia è sempre più Google

Google è il secondo operatore pubblicitario attivo in Italia. La compagnia americana ha superato gli introiti di settore della Rai (i cui spot vengono gestiti da Sipra) e si è accodata a Publitalia (concessionaria legata a doppiofilo a Mediaset).    Ad ammettere la debacle del servizio pubblico e l’ascesa continua del colosso delle ricerche web è stato Antonio pilati, consigliere Rai, ex commissario Agcom e ispiratore della Legge Gasparri: “Google è ormai il secondo operatore di pubblicità in Italia”, ha affermato, preannunciando tempi duri per tutti quegli editori che ancora non hanno trovato modo di trarre profitto dalle attività online. L’unica via potrebbe essere quella di “garantire cn efficacia il diritto d’autore”. Una disamina ancor più netta è quella di Vittorio Sabadin, ex vicedirettore de La Stampa: “I giornali pagano un errore storico, quello di aver messo i loro contenuti su internet gratis. Così la pubblicità è stata intercettata da Google e dagli altri nuovi media”   La pubblicità in rete è dominata da BigG, che ha il controllo pressoché totale delle dinamiche di mercato e anche quando perde qualche battaglia nell’immediato, torna poi rinforzata dal traffico crescente e dalla diffusione capillare nel globo. Anche un magnate come Rupert Murdoch, da sempre ostili al motore di ricerca che ha più volte accusato di rubare i contenuti dei suoi giornali, dopo il boicottaggio di due anni fa ha fatto marcia indietro: i sommari delle news di The Times sono tornati su Google, indicizzati e ricercabili dagli utenti. Come a dire: tutti hanno bisogno di visibilità, da cui dipendono anche gli introiti pubblicitari. Così, o si cambiano le regole, oppure il web (con annesso adv) diventerà un protettorato di Mountain View.

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