Su Spotify, la hit Poker face di Lady Gaga, ha fruttato all’artista solo 167 dollari. Questo secondo i dati di Stim, società degli autori svedese. La web company si difende sostenendo che la quota è solo una parte delle royalties versate. La situazione resta preoccupante per gli artisti sconosciuti. Gli incassi degli artisti su Spotify, sito dove si può ascolare musica in streaming, piangono miseria. Persino quelli di successo come Lady GaGa . Secondo i dati diffusi dalla società degli autori svedesi Stim, tra l’ottobre 2008, data di inizio del servizio e il febbraio 2009, la hit Poker face ha fruttato alla cantante americana e al suo coautore RedOne, un assegno da 1.150 corone svedesi, pari a 167 dollari. La web company svedese replica però che il denaro esarcito a Stim è solo una quota delle royalties versate ai detentori del copyright: per ogni brano cliccato e ascoltato dagli utenti, Spotify paga anche la casa discografica (o l’artista) proprietaria del master e la società di edizioni che ne amministra i diritti d’autore. Inoltre, nel corso del tempo, la base d’utenza è aumentata considerevolmente, arrivando a toccare 6 milioni di utenti. Ma se Lady Gaga può anche non soffrire per i bassi introiti riportati, la situazione diventa un pò più preoccupante per gli artisti nuovi e poco conosciuti , costretti a rimborsare i costi di registrazione dei loro dischi. Loro sì dovranno fare molta economia, soprattutto se i fan che li sostengono utilizzano Spotify come principale veicolo di ascolto.
Lady Gaga guadagna solo 167 dollari con Poker face

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