L’apporto del Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti a Metroweb per il finanziamento della cablatura in fibra ottica di trenta città italiane ha scosso il mercato nazionale delle telecomunicazioni. Telecom Italia vede per la prima volta messo in discussione il suo monopolio sulla rete fissa, il titolo cede punti preziosi in Borsa e il gran capo Franco Bernabè lancia l’allarme. “Ben venga la concorrenza nell’infrastruttura. I nostri cavidotti sono a disposizione di tutti – dichiara Bernabè al Corriere della Sera -. Certo, un accordo sarebbe più efficace e impegnerebbe meno capitali. Ma la storia d’Italia spesso non segue la linea retta”. Telecom, che da mesi ha lanciato il proprio piano di cablaggio a partire dalle strutture di rete esistente, non ha voluto trattare con i consorzi concorrenti, forte (quasi) sempre dell’appoggio del Governo. Bernabè rivendica l’efficienza del progetto: “Salvo la rete di Fastweb costruita più di dieci anni fa e il cui sviluppo è stato presto abbandonato a favore dell’affitto delle linee Telecom, evidentemente più convenienti, non sono mai state realizzate dagli altri operatori delle reti alternative” . L’esecutivo di Mario Monti non sembra intenzionato a proteggere oltre modo l’ex colosso di Stato e anzi sponsorizza Metroweb per mezzo di Cdp : “Credo che il governo, nel rispetto dei mercati, debba preoccuparsi di Telecom e dello sviluppo delle telecomunicazioni così come di ogni altro settore strategico. Ora Telecom può investire secondo una seria disciplina a beneficio dei suoi azionisti e del Paese. I concorrenti di Telecom…” , dice sibillino Bernabè, ricordando che tutte le altre aziende di settore sono straniere. “I concorrenti vorrebbero che noi facessimo la nuova infrastruttura a nostre spese e poi gliel’affittassimo a basso prezzo. Dove sono finiti i progetti di cablare Roma dei tre operatori esteri? Telecom aiuterà a centrare gli obiettivi dell’Agenda digitale e rispettare le prescrizioni delle autorità nazionali e della Commissione Ue. Nella chiarezza” . Dalle pagine del primo quotidiano nazionale, il monito è chiaro: serve rispetto per Telecom , che si dice pronta a rispettare le regole di concorrenza e non troppo preoccupata dalla crescita di Metroweb, lasciando spazio a una grande intesa sulle tlc. “Nelle 30 città dove investirà Metroweb, Telecom c’è già. Sono le aree più evolute, dove vive il 20 per cento della popolazione. Ma l’Italia ha pure 5 milioni di cittadini, 400 mila aziende, 56 distretti industriali senza nemmeno l’adsl: costa troppo per un operatore privato. Eppure, con un incentivo inferiore al miliardo li si può portare almeno all’adsl entro il 2014. Un grande accordo risolverebbe la questione” .
L’affaire fibra fa arrabbiare Telecom

Guarda anche: