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14 Maggio 2007 | Innovazione

L’Antitrust vuole maggiore tutela degli utenti di telefonia mobile

Se un utente riceve via sms la comunicazione della variazione del suo piano tariffario, deve “poter avere immediatamente la portabilità del numero telefonico presso un altro operatore, con il riconoscimento del credito residuo”. Lo chiede l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. L’Antitrust ha esaminato le numerose denunce ricevute dai clienti Wind, avvisati dall’operatore attraverso l’invio di un sintetico sms del passaggio, non richiesto, a un altro piano tariffario, meno vantaggioso. L’Autorità, spiega una nota , “ha deciso di inviare le segnalazioni dei consumatori all’Agcom per gli interventi di sua competenza e ha dato incarico al presidente Antonio Catricalà di scrivere al ministro dello Sviluppo Economico Pierluigi Bersani, per informarlo delle questioni sollevate dai consumatori”. Secondo il Codice delle comunicazioni elettroniche gli abbonati hanno “il diritto di recedere dal contratto, senza penali, al momento della notifica di proposte di modifica delle condizioni contrattuali: la comunicazione relativa alla variazione dei piani tariffari, inviata con sms e senza l’indicazione sulla possibilità di esercitare tale diritto, sembrerebbe dunque violare la regolamentazione in vigore e potrebbe, in base alla normativa, essere sanzionata” ricorda l’Authority. Gli operatori possono “offrire nuovi e più costosi piani tariffari ma occorre garantire agli utenti, che conseguentemente intendono cambiare operatore, la portabilità immediata del numero di telefono, assicurando il mantenimento del credito residuo”. L’Antitrust chiede quindi all’Agcom “che venga assicurato, in questi casi, uno speciale regime di immediata portabilità”. Il messaggio inviato da Wind, secondo l’Authority, “non contiene neanche l’indicazione del giustificato motivo che legittimerebbe l’operatore telefonico a realizzare le modifiche del piano tariffario. Se la possibilità di variazione unilaterale fosse prevista dalle condizioni generali di contratto, potrebbero esistere gli estremi per una valutazione di vessatorietà delle stesse clausole contrattuali. In base al Codice del Consumo, le associazioni dei consumatori possono richiedere al giudice di proibire l’uso di clausole ritenute vessatorie”.

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