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21 Marzo 2014 | Attualità

Larry Page: lo spionaggio ha bloccato l’innovazione

Non ha usato giri di parole, Larry Page, nel condannare le operazioni dei servizi segreti americani, la cui massiccia attività di sorveglianza è stata smascherata dalle carte di Edward Snowden : “ Lo spionaggio dei governi su Internet è una minaccia per la democrazia e un ostacolo all’innovazione tecnologica” , ha detto il co-fondatore di Google. La sua presa di posizione è arrivata a pochi giorni dalla clamorosa protesta di Mark Zuckerberg , che è arrivato a  chiamare personalmente il presidente Barack Obama per lamentarsi delle intrusioni della Nsa in Facebook, violando sistematicamente gli account degli iscritti al social network al mondo: “Il governo dovrebbe difenderci, non spiarci”, aveva denunciato. Page, intervenendo a una conferenza a Vancouver, in Canada, ha ribadito il concetto: “ È estremamente deludente che il governo abbia fatto tutto quello che ha fatto più o meno segretamente, e che non ce l’abbia mai detto” . A Google, come a tutti gli altri colossi della rete, infastidisce il fatto che le persone possano non fidarsi più di loro, sospettando connivenze con amministrazione e intelligence. E che non possa più fidarsi dei loro sistemi di sicurezza per garantire la privacy di messaggi, e-mail e quant’altro. Non a caso, proprio in questi giorni BigG ha annunciato di avere rafforzato i sistemi di sicurezza per l’accesso a Gmail, criptando le connessioni e rendendo in pratica illeggibili agli intrusi i messaggi in entrata e in uscita. Per Page, quindi, non basta appellarsi alla minaccia del terrorismo per giustificare un’azione così invadente da parte dell’intelligence Usa, perché i programmi della National Security Agency sarebbero al di fuori di ogni rispetto delle regola del buon senso, rispondendo a poteri pressoché illimitati che Google, come altri, non possono più tollerare: “Va bene scoprire informazioni legate a indagini sul terrorismo, ma i criteri in base ai quali gli 007 possono agire devono essere resi pubblici, devono essere trasparenti” , ha esortato Page, auspicando un dibattito vero su questo tema. Un dibattito serio, senza il quale ogni riforma dell’amministrazione Obama non servirebbe a nulla: “Non possiamo avere una democrazia che non funzioni. Ed è triste che Google sia nella posizione di dovervi proteggere, di proteggere i suoi utilizzatori da quello che il governo fa in segreto senza che nessuno ne sappia niente”.

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