Due nano-opere di Alessandro Scali sono partite l’8 gennaio alla volta della Luna. “Soddisfatto anche senza l’allunaggio”, commenta a Telepress l’artista torinese Comunque vada sarà un successo, ci consoleremo così. L’avventura delle due nano opere in silicio realizzate dall’artista torinese Alessandro Scali, insieme allo scienziato Alessandro Chiolerio è stata ancor più avventurosa del previsto, ma resta un caso che ha fatto scuola e che ha dato delle missioni spaziali una concezione diversa. Facciamo qualche passo indietro.
Nel giugno 2014, il professor Chris Robinson della University of South Carolina invita Scali a partecipare al Moon Arts Project: l’obiettivo è quello di realizzare una piccola “Arca” della cultura, per spedire sul satellite della Terra una raccolta dei migliori prodotti culturali dell’umanità. Un lascito per altre forme di vita, ma anche solo per il genere umano, assai portato per l’autodistruzione. Al lavoro c’è un gruppo di 60 persone, 18 fra università e organizzazioni, e oltre 250 artisti di varie discipline, dal design alla poesia, dalla scienza alla musica, passando per l’educazione.
Nel Centro IIT di Torino, Scali realizza due litografie di dimensioni minuscole, poche centinaia di nanometri su due chip di silicio di 1 x 1 mm. La prima delle due si intitola C’Moon ed è ispirata ai petroglifi preistorici: è l’impronta stilizzata del piede destro dell’artista, per ricordare il primo storico allunaggio del 1969: quel famoso “piccolo passo per un uomo, grande passo per l’umanità” che cambiò la storia. La seconda opera si intitola Man with Smartphone e vuole raccontare la nostra più diffusa mania contemporanea.
Le due opere partono l’8 gennaio da Cape Canaveral (Florida), a bordo del vettore Vulcan della United Launch Alliance. Purtroppo il suo carico utile, il lander Peregrine di Astrobotic fallisce l’arrivo sulla Luna e, anche se riesce ad attivare alcuni esperimenti che ha a bordo e ha funzionato per oltre una settimana, si decide per esso un “rientro distruttivo” nell’atmosfera terrestre.
“A quanto pare, il Peregrine verrà fatto ‘bruciare’ nell’atmosfera”, racconta a Telepress Alessandro Scali: “In questo momento (17/1/24, ndr) le mie opere sono ovviamente nello spazio ma non arriveranno sulla Luna. Io rimango in ogni caso estremamente soddisfatto del progetto e dei risultati raggiunti“, ha commentato. E in effetti l’arte non si spaventa certo per qualche rogo, né sulla Terra, né tantomeno nello spazio.