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13 Ottobre 2010 | Attualità

Le Iene denunciate per falso reportage

Chi vigila sui vigilanti? Abituati a considerare Le Iene come dei Robin Hood dell’informazione, in pochi si saranno chiesti se i servizi montati dalla trasmissione di Italia 1 sono sempre fedeli riproduzioni della realtà. Visto quanto emerso di recente sembrerebbe proprio di no: il programma è stato denunciato per falso reportage su segnalazione della Polizia peruviana. Il servizio incriminato è andato in onda il 29 settembre ed è firmato Luigi Pelazza.   La iena si era spinta in Perù per raccontare la storia di un gruppo di criminali coinvolti in omicidi, nacrotraffico e sequestri di persona. Le riprese, per chi si fosse perso il servizio, erano nello stile classico del programma: volti coperti, minacce sottotitolate e armi sullo sfondo. Trasmesso anche in Perù il servizio ha sollevato un polverone che si è concluso con un’ammissione di colpa di uno dei presunti malviventi, ammissione non delle malefatte ma di aver recitato la parte sotto lauto compenso: ” Non c’entro con nessun sequestro, è stato il giornalista italiano a pagarmi 500 nuevos soles peruviani (circa 130 euro) perchè inventassimo questa storia. Le armi che si vedono sono giocattolo, è stata tutta una messinscena ”. “Eravamo fermi all’angolo – ha aggiunto un secondo componente della banda – a un certo punto arriva una macchina e dal finestrino si sporgono delle persone straniere che ci propongono di fare un reportage su questa storia. L’ho fatto per necessità. Sono pentito.” ” Se fosse stato tutto falso, con persone pagate da me perchè avrei mai scelto di mandarle in viso senza copertura? […] Ovunque in America Latina la Polizia viene pagata e ora fanno i paladini della giustizia, quelli che hanno scoperto la nostra truffa? Durante il servizio la banda che abbiamo intervistato ha dichiarato che nel suo quartiere la Polizia non entrava. Questo può aver dato parecchio fastidio”. […] Secondo i peruviani io sarei andato fino a casa loro, pagando degli “attori” per scoprire una cosa che tutti sanno , che lì ci sono bande di criminali e quartieri in cui non puoi mettere piede. Non vai fino in Perù per raccontare falsità. Domani manderemo in onda un servizio in cui mostreremo la verità, ovvero che i presunti “attori” sono dei criminali con precedenti penali” si è difeso Pelazza.   La pulce, però, si è insediata nell’orecchio, e negli occhi, dei telespettatori e un nuovo passo falso dei paladini dell’informazione in black potrebbe rivelarsi fatale.

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