Sei Paesi dell’Unione europea hanno deciso di fare fronte comune contro Google, in favore delle norme sulla privacy . Il colosso americano è stato ‘invitato’ a rispettare la legge continentale in materia di riservatezza e gestione dei dati online. Oltre all’Italia, si sono mossi in difesa degli internauti la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l’Olanda e la Spagna , ciascuna sulle base delle proprie disposizioni nazionali. Secondo gli accusatori, BigG dovrebbe allineare le proprie politiche alla legge europea. Secca la risposta della compagnia di Mountain View: “La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci. Siamo stati costantemente in contatto con le diverse Autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro” . L’Ue sembra voler andare a fondo nel proprio intento: tra marzo e ottobre dello scorso anno , i Garanti dei 27 Paesi membri hanno vagliato le attività di Google, analizzandone la policy sulla privacy e riscontrando alcune anomalie, accentuatisi di recente con nuove funzionalità che permettono al motore di ricerca di incrociare i dati degli utenti di Gmail, YouTube e Maps. L’Europa ha dato quattro mesi di tempo all’azienda per adeguare le norme sulla riservatezza : “Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell’Unione europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini” , dice Bruxelles. La palla ora torna a BigG, che deve darsi da fare per evitare sanzioni o l’apertura di una procedura d’infrazione internazionale.
L’Europa alleata sulla privacy contro Google
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