Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bradford ha utilizzato un algoritmo basato sull’intelligenza artificiale per analizzare il dipinto della Madonna della Rosa attribuito a Raffaello. L’algoritmo ha rivelato che la figura di San Giuseppe sulla sinistra del quadro non è opera dell’artista, come sospettato da tempo. Questo studio dimostra come l’IA possa affiancare gli esperti d’arte nel processo di autenticazione delle opere, senza sostituirli. La scoperta apre nuove prospettive per l’integrazione tra tecnologia e arte.
L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando diversi settori della società, aprendo nuove possibilità creative e migliorando l’accessibilità. Nonostante l’ansia generale riguardo all’impatto della tecnologia sulle nostre vite, è importante sottolineare i notevoli benefici che l’IA può offrire nei settori della salute, della mobilità e della sostenibilità. Tuttavia, è nel campo dell’arte e della cultura che l’IA può offrire prestazioni ancora poco conosciute.
Attualmente, l’IA può contribuire alla preservazione e all’accessibilità dei beni culturali, consentendo la digitalizzazione e la catalogazione delle collezioni e facilitando la condivisione di opere d’arte e manufatti storici in modo più ampio e accessibile. Può anche aiutare nel restauro e nella conservazione di opere d’arte danneggiate, oltre ad arricchire l’esperienza dei visitatori nei musei. Un esempio di successo è rappresentato dal Museo Archeologico Virtuale(MAV) di Ercolano.
Tuttavia, una delle applicazioni più entusiasmanti dell’IA nel campo dell’arte è la generazione di opere d’arte. Gli artisti possono utilizzare le reti generative avversarie (GAN) per esplorare nuovi stili, creare opere originali o combinare elementi di opere esistenti per creare collage o reinterpretazioni uniche. Le GAN possono anche coinvolgere gli spettatori nella generazione o modifica delle opere d’arte stesse, offrendo esperienze artistiche interattive. Tuttavia, l’uso delle GAN solleva anche questioni sull’autenticità, l’originalità e il ruolo dell’artista umano. L’IA può quindi sfidare la concezione tradizionale dell’arte e aprire nuovi orizzonti creativi.
L’IA nel campo dell’autenticazione artistica
L’IA non solo può generare nuove opere d’arte, ma può anche contribuire a risolvere misteri artistici. Un recente esempio è rappresentato dal dipinto della Madonna della Rosa, attribuito a Raffaello e realizzato intorno al 1518-20, ora conservato al Museo del Prado di Madrid. Da lungo tempo c’era un enigma sull’originalità di questo dipinto, in particolare sulla figura di San Giuseppe presente sulla sinistra del quadro.
L’IA svela il mistero di Raffaello: una figura non opera dell’artista nella Madonna della Rosa
Per cercare di risolvere questo mistero, un gruppo di ricercatori dell’Università di Bradford, guidato da Hassan Ugail, ha sviluppato un algoritmo personalizzato basato sull’intelligenza artificiale. L’algoritmo è stato addestrato utilizzando tutte le opere attribuite con certezza a Raffaello, analizzando dettagliatamente lo stile dell’artista, dalle pennellate alla tavolozza dei colori, all’ombreggiatura e ad ogni altro aspetto.
I risultati dell’analisi sono stati sorprendenti. Sebbene l’IA abbia confermato che la maggior parte del dipinto (la Madonna, il Bambino e San Giovanni Battista) può essere attribuita a Raffaello, la figura di San Giuseppe è molto probabilmente il risultato di un’altra mano artistica. Questa scoperta conferma le ipotesi avanzate nel corso dei secoli da alcuni esperti d’arte e dimostra come l’IA possa affiancare gli esperti nel processo di autenticazione delle opere d’arte, senza sostituirli. L’algoritmo basato sull’IA ha offerto una nuova prospettiva nel dibattito sull’attribuzione dell’opera, aprendo nuove possibilità per l’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’arte.
Il recente studio sull’attribuzione del dipinto della Madonna della Rosa a Raffaello dimostra come l’IA possa svelare misteri artistici, offrendo un supporto agli esperti d’arte nel processo di autenticazione delle opere. Questa scoperta evidenzia il potenziale dell’IA nel campo dell’arte e invita a una maggiore collaborazione tra tecnologia e competenze umane per preservare e valorizzare il nostro patrimonio culturale.
di Luisa D’Elia