La tv italiana si avvia rapidamente verso la conversione definitiva al digitale terrestre e gli attori del settore, incontratisi oggi in occasione della quinta conferenza nazionale sull’argomento, hanno fatto il punto della situazione a due settimane dallo switch over (il passaggio anticipato di Raidue e Retequattro sul digitale terrestre) che il 18 maggio scatta in Lombardia, Piemonte orientale, a Parma e Piacenza. Uno spaccato generale è stato dato dal rapporto dell’associazione DGTVi , all’interno del quale l’Italia si distingue come leader in Europa per crescita dei ricavi pubblicitari (+123,2%) e per la pluralità di offerta gratuita e a pagamento. A febbraio, secondo i dati E-res/Makno, il numero di famiglie dotate di almeno un ricevitore per il digitale terrestre nell’abitazione principale si è attestato a quota 16.116.000, circa 430 mila in più rispetto a gennaio. Cruciale, dunque, il momento per i player del settore che stanno incrementando la loro offerta , nella speranza che Sky non sia della partita prima del 2012. La Rai ha annunciato venerdì il profondo restyling di grafica e contenuti e si prepara ad affrontare i prossimi mesi forte di un primo quadrimestre 2010 caratterizzato da ascolti pari al 46% in prime time e al 44% nelle 24 ore nella aree interamente digitalizzate. Le percentuali sono di Auditel e fanno riferimento alla somma degli ascolti dei canali generalisti e di quelli digitali. Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, ha sottolineato come la decisione di abbandonare Sky lo scorso agosto sia stata vincente e ha posto l’accento sulla necessità di rendere concreto il Piano Nazionale di assegnazione delle frequenze. Mediaset , come ha ricordato il direttore contenuti Rti Alessandro Salem, è alla vigilia del lancio di La5, che vedrà la luce il 12 maggio. Il canale è dedicato a un pubblico femminile di età compresa fra i 15 e i 40 e proporrà un mix fra i contenuti di Canale 5 e di una programmazione che non è stata ancora annunciata. A settembre, ha anticipato Salem, La5 potrebbe produrre anche contenuti originali. Sono attesi entro fine anno altri due canali free: Italia 2, dedicato ai giovani di sesso maschile, e una rete all news. L’intenzione è in generale di continuare a puntare su canali molto profilati e con target specifici. L’offerta a pagamento del Biscione , che vanta 4 milioni e 300 mila tessere attive, si prepara invece a lanciare il canale Premium Cinema HD nelle aree di switch over e switch off. In estate dovrebbe inoltre arrivare la versione HD di Premium On Demand basata su un decoder di nuova generazione. Franco Ricci, direttore generale operazioni e direttore business pay di Rti, ha sottolineato l’importanza dei molteplici sistemi di pagamento offerti ai clienti di Mediaset Premium, che si propongono di intercettare le diverse esigenze degli utenti. La7 , che ha recentemente lanciato La7d, intende puntare sull’integrazione broadcast e broadband e lancerà a fine maggio La7 On Demand: ” Il nuovo servizio interattivo che permetterà di rivedere gli ultimi sette giorni del palinsesto o l’archivio cult dei programmi de La7″ , ha annunciato Marco Ghigliani, direttore generale di Telecom Italia Media. “Basterà utilizzare il classico telecomando e ogni telespettatore potrà quindi muoversi sulla griglia del palinsesto di La7, scegliere e rivedere il programma preferito a pieno schermo. Il servizio sarà completamente gratuito perchè sostenuto dalla stessa pubblicità inserita nel sito, con spot dalla durata massima di 15”/20””. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, si è fatto portavoce delle tv locali che ” rappresentano un importante patrimonio per la tv italiana, non solo perché danno lavoro a un terzo degli addetti di tutto il settore televisivo privato, ma anche per l’offerta di programmi e informazione”. “Un patrimonio che va difeso intervenendo al più presto sulle criticità che si stanno sviluppando” , ha affermato Rossignoli. ” Stessa pista e stesse regole per tutti”, ha rincarato la dose Maurizio Giunco, presidente dell’Associazione Tv Locali di FRT, riferendosi ai problemi che stanno penalizzando il passaggio al digitale delle emittenti locali. Giunco ha messo in evidenza il fatto che le offerte a pagamento possono raccogliere pubblicità sul mercato, per altro a prezzi molto competitivi: ” Proprio questa facoltà, data a soggetti che dovrebbero vivere di proventi da abbonamento, contribuisce in modo diretto a drenare ulteriormente le già scarse risorse pubblicitarie delle emittenti locali” , ha affermato.
L’Italia abbraccia il digitale

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