In Italia il numero di oggetti interconnessi via cellulare ha raggiunto quota 5 milioni, crescendo del 25% rispetto al 2011 , per un valore di mercato di oltre 800 milioni di euro. Sono questi i numeri in crescita dell’Internet of things, cioè l’Internet esteso al mondo delle cose inanimate come elettrodomestici, componenti auto e altri tipi di apparecchi che comunicano direttamente in rete, anche tra loro, con applicazioni e servizi per esempio per la domotica o per il settore auto. Ma la sfida è sulle Smart City, cioè il monitoraggio e la gestione di elementi come il traffico, gli spazi verdi e i parcheggi, grazie alla connessione alla rete. I dati e le indicazioni sono contenute in una ricerca presentata oggi dell’Osservatorio internet of things della S chool of Management del Politecnico di Milano. L’Osservatorio ha effettuato un’analisi tecnica ed economica su una città di 70mila abitanti che applica il concetto di interconnessione e monitoraggio su, ad esempio, illuminazione pubblica e gestione dei rifiuti. Ne emerge che ci sarebbero dei risparmi significativi compresi tra il 25% e il 50% dei costi di investimento e tra il 50% e il 70% dei costi operativi rispetto al caso in cui ciascun servizio sia implementato indipendentemente dagli altri.
L’Italia è una nazione smart
Guarda anche: